Meteoropatia pasquale

Diciamo la verità: chi di noi, nei giorni scorsi, ha seguito le previsioni del tempo? Negli anni passati aspettavamo la sentenza dei meteorologi con il batticuore: avremmo potuto fare la Pasqua con chi vuoi e la Pasquetta dove vuoi? E quante volte facevamo programmi stupendi, viaggi o pranzi all’aria aperta che venivano rovinati dalle bizze di Giove  dio della pioggia, del tuono e del fulmine? Con i cestini pieni di teglie di pasta al forno, parmigiana di melanzane, salumi e formaggi, tortani, casatielli e pastiere, aprivamo la porta di casa e l’urlo terrificante di tutta la famiglia: “Piove! Governo ladro!” manco se il Governo fosse tale solo quando piove …
Questo inverno, almeno in Lombardia, l’Inverno non si è fatto vedere, qualche pioggerellina tre o quattro volte, smog alle stelle, poi sempre bel tempo e la Primavera si è presentata in anticipo più bella che mai: abbiamo seguito il passaggio dalle grate delle finestre, divenute unici schermi non virtuali aperti sul mondo esterno, noi chiusi nei rifugi antivirus delle nostre case, al riparo dai bombardamenti dei missili Covid 19, stretti ai nostri cari vicini o in videocall, in attesa delle sirene e delle campane che annunceranno la fine delle ostilità …
Feste diverse, auguri quasi mai “pensati”, “creati” da chi li invia,  scambiati automaticamente, decine di bigliettini uguali,  colorati con coniglietti, uova, colombe, quasi sempre gli stessi, inviati da amici e parenti che, spesso, rinviano quello che tu avevi mandato loro: nella normale quotidianità si è distratti, perché si corre a lavoro, a scuola, a fare la spesa … Meraviglia che, anche stando in casa, non si legge mai con calma un post, un messaggino, un commento, non si arriva fino in fondo e a volte vengono date risposte fuori tema …  Forse perché, come dicono, si sono riscoperte cose e passioni che avevamo dimenticato: la pittura, la musica, la cucina, le pulizie “di Pasqua”, il coniuge, i figli … oppure siamo talmente depressi che ci muoviamo come automi tra una stanza e l’altra, un cellulare e un PC, tra un social e un’anti – social … tra un decreto e le sue variazioni di usanze e folclore.
Sono le feste del Coronavirus e allora sforziamoci a RESTARE IN CASA ancora perché siamo stanchi di sentire grandi numeri e curve più o meno in discesa: puntiamo sui bassi numeri e prepariamo il pic nic di Pasquetta nella sala da pranzo, spostiamo il tavolo, mettiamo un plaid sul pavimento e apriamo i cestini della bontà e della compagnia, perché UNITI CE LA FAREMO!!!

L’uscita del Giovedì Santo …

<Sveglia! Forza che c’è il sole.Oggi usciamo.>
Salto dal letto, strofinando gli occhi abbagliati dai raggi di un sole vincente: quest’anno l’inverno è saltato….
<Usciamo? Ma … come mi vesto?>
<Metti il vestito nuovo, quello chiaro, quello leggero, quello con fame di primavera>
Battendo i record di sosta in bagno, lavaggio e vestizione, mi guardo allo specchio e, dopo tanto tempo vedo un sorriso. Ma i capelli hanno bisogno di una pettinata, una leggera spalmata di brillantina. Ma … Le scarpe?
<Quali scarpe metto?>
<Le nuove, metti le nuove, quelle bianche con i buchini rinfrescanti …>
<Siete sicuri che usciamo, mamma? E papà viene con noi?>
<Si. Oggi esce tutta la famiglia, andiamo ai Sepolcri e a fare lo struscio per le vie principali. La tradizione va rispettata …>

Belli, i Sepolcri, fiori, semi di grano germogliato, piante: quanti colori intorno all’altare dell’Eucaristia a ricordare l’Ultima Cena. Ogni Chiesa sistema lo scenario con tanta passione e precisione: visitandole lungo la passeggiata, si ha la sensazione di visitare tante opere d’arte in un grande Museo intriso di religione, storia e fantasia.
<Ma ne troveremo? E quanti ne visitiamo?>
<In ogni strada c’è una Chiesa: l’Italia ne ha tante. Anticamente le visite dovevano essere sette come le sette Chiese principali di Roma ne vedremo tre o di più, ma sempre in numero dispari. …Dicono che se il numero di visite è pari, porti sfortuna>
<Che felicità. Usciamo! E poi andremo su e giù, “strusciando” le suole delle scarpe nuove sulla strada, assaggiando il primo gelato, ordinando una grande pastiera, guardando le belle ragazze, vestite a festa, sottobraccio alle mamme che le vogliono … maritare … >
Il Giovedì Santo è un gran giorno, il giorno delle sorprese, della meraviglia, dei desideri … prima dei giorni tristi del sacrificio del Signore e del tripudio della Resurrezione. Vero: dopo il brutto viene il bello. Dopo il dolore torna la gioia. Dopo la chiusura arriva un mondo riaperto, rinnovato …
<Franco. C’è il sole e nessuno gira in strada: meno male! Svegliati! Dobbiamo cambiare il “dispositivo medico”. Ma parlavi nel sonno, addirittura sorridevi … >
<Solo un sogno. Un bel sogno. Un sogno impossibile. Oggi finisce la Quaresima mentre continuo la mia Novantena ante coronavirus … aspettando che il sogno diventi realtà. E lo diventerà>
“Andrà tutto bene”