Pubblicato su QuiArese:
26 agosto 2013 – Sarà stato il sole fortissimo, sarà stata Arese deserta: la mia camminata si è conclusa con un incontro a Valera, nel verde e nella quiete. Un incontro importante, che mi ha lasciato una testimonianza importante. Un cane, di grossa taglia, mi si è posto davanti. Col cuore a mille battiti non sapevo se continuare o aspettare qualche reazione. All’improvviso, lui si è accucciato e forse mi ha sorriso, tranquillizzandomi. Poi, la sua voce: “Caro camminatore solitario, ti chiedo un favore: puoi far conoscere agli aresini questo mio appello? Io sono un cane tranquillo, amo passeggiare, guardarmi intorno, fiutare le piante, fare l’occhiolino alle cagnoline che incontro… Non faccio male, ma sono stufo di essere guardato da voi umani come una belva feroce. Potreste far capire al miopadrone, dice di essere mio amico, che voglio godermi la vita e quindi voglio essere portato al guinzaglio per essere ammirato dagli altri, non schivato?”.
“Vorrei essere visto dai bambini come un giocherellone e non come un pericoloso aggressore, da evitare e maledire in incubi notturni. Il mio amico potrebbe trarne vantaggio: sarebbe salutato, gli si rivolgerebbe parola invece di essere criticato come maleducato e menefreghista. Io sarei felice, per me e per lui. Potreste far capire al mio amicone che sono stanco di essere maledetto quando una persona vede i miei bisogni per strada o nei parchi, anche a portata di ignari bambini? Ho una mia dignità: lui potrebbe raccogliere i miei escrementi e gettarli nei sacchetti. Sono stato in vacanza in Spagna, dopo aver penato per essere accolto in un Hotel in Italia, e a Minorca ho visto un bel cartello (foto 1): perché posti così non si diffondono nel nostro Belpaese?”.
“In Arese ne esistono, perché il mio amato padrone non mi ci porta? Forse è invidioso del senso di libertà e di felicità che proverei? Caro viandante, ti chiedo questo aiuto perché spesso ho vergogna: da qualche giorno gira per Arese un cittadino veramente stufo di queste spiacevoli situazioni che né io, né i miei compagni di tutte le razze vorremmo mai accadessero: solo i nostri amici-padroni non sembrano sensibili. La foto 2 mostra la scritta che questa persona ha lasciato a Valera e chissà se, prima o poi, io e i miei compagni a quattro zampe, potremo essere felici”. Io, umile Osservatore non so se ho sognato: mi resta il ricordo degli occhi lucidi del cagnolone, la speranza che qualcosa cambi e la foto con quel messaggio lasciato sul prato che, all’ultimo rigo ricorda: “Lui (il cane ndr) non lo può fare, altrimenti lo farebbe… sicuramente”.
Questo articolo può essere commentato sulla pagina Facebook di QuiArese.