Ci sono anche le questioni Meno grandi…

Pubblicata oggi su QuiArese:

10 aprile 2014 – Mentre si discute sulla viabilità e le sue conseguenze Più o Meno gravi, Più o Meno reali, Più o Meno nascoste, Più o Meno appassionanti, Più o Meno con fini diversi, chi cammina per Arese ha modo di “vivere” la città impattando quotidianamente con piccoli problemi che, se venissero risolti, renderebbero più soddisfacente e più sostenibile questo posto che abbiamo scelto e che amiamo. Ma chiudere gli occhi non è possibile e si farebbe del male. Come si fa del male quando si fa finta di non sentire e le cose, pur in momenti di crisi, pur sbattute da una parte all’altra tra patti di stabilità e mancanza di risorse, possono diventare “problemi”… In questi anni, ormai, quante volte abbiamo segnalato i pali d’illuminazione in via Leopardi che stanno diventando arrugginiti e fradici alla base? La foto 1 mostra un esempio e non solo: un tombino sul prato è fuori sede da tempo e un bambino, correndo, può inciampare e cadere… Si tratta di un intervento straordinario e si deve intervenire. 

Spesso abbiamo scritto che le piste ciclopedonali dovrebbero essere sempre di più: la nostra verde città invita a camminare, correre, semplicemente passeggiare spingendo una carrozzina o facendo prender aria ai bambini. Le foto 2 e 3 evidenziano come, col caldo di questa primavera meravigliosa non è possibile rinfrescarsi o abbeverarsi: abbiamo incontrato tre fontanelle e due non avevano i rubinetti. Piccolo problema, grave disagio. Anche gli amici a quattro zampe vanno con la lingua fuori cercando un po’ d’acqua e, certo, non amano vivere facendo vita da… cani!

La Casa dell’Acqua: è molto tempo che non ne abbiamo scritto, forse per overdose… Ma ricordiamo di aver più volte detto che forse sarebbe stato meglio usare tessere magnetiche distribuite, anche dietro piccolo contributo, dal Comune per non usare la Carta Regionale dei Servizi che serve anche in farmacia, in ospedale o come codice fiscale. Ebbene, oggi ne abbiamo trovate due, dimenticate da concittadini distratti è vero, ma a chi non capita di avere qualche pensiero per la testa? La foto 4 fa pensare ai vari Comuni che hanno adottato un sistema diverso e noi crediamo che, a volte, copiare non fa male. Intanto, aspettiamo riscontri in tempi brevi, Più o Meno. Francesco Gentile

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Foto 1Foto 2Foto 3 

Foto 4

Tempo di “mea culpa”, Più o Meno…

Pubblicato su QuiArese il 3.4.2014:

03 aprile 2014 – C’è aria di primavera, si avvicina la Pasqua… Nell’Italia delle riforme attese e delle rottamazioni, noi Cittadini stiamo ad inveire contro i politici che ci gestiscono male e uno scandalo al giorno fa passare la voglia di credere in qualcuno, visto che non ci sono più ideali. E si spera nei valori. Ecco, la nostra piccola realtà, la nostra amatissima Arese si vede caricata di problemi Più o Meno grandi, Più o Meno piccoli e comunque da risolvere. Le foto della prima immagine in calce (Gruppo 0) mostrano alcuni rilievi da noi fatti: impianti da mettere a posto, stranezze nella realizzazione di opere per servizi pubblici, lavori che lasciano le strade a macchia di leopardo e con dislivelli (speravamo che a fine lavori la strada risultasse “uniforme” ma, andate a vedere…) oppure cartelli stradali che cadono anche quando non c’è vento… Ma possiamo sempre prendercela con chi ci gestisce? Noi aresini abbiamo proprio la coscienza pulita? Tante volte in questa rubrica abbiamo evidenziato trascuratezze da parte del Comune, ma in tempo di Quaresima, permettetemi di scrivere che siamo alla famosa frase “scagli la prima pietra chi non ha peccato”. Le nostre camminate quotidiane richiedono che ognuno di noi, cittadini, faccia un piccolo “mea culpa”. Vediamo. Le foto dei Gruppi A e B ci dimostrano che non sempre possiamo dare la colpa a chi governa la nostra benamata Città: qualcuno dovrebbe pentirsi di trattare così male i nostri vialetti! C’è chi usa la strada come discarica, chi usa come cestino rifiuti la roggia dell’omonimo Parco giochi e chi non provvede al prelievo dei “ricordini” del suo amico a quattro zampe, che non ha colpe se non avere un “padrone”. “We love Arese”, ma… Più o Meno?

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Si vede… non si vede, Più o Meno…

Pubblicato su QuiArese:

25 marzo 2014 – Quando non ero un “Pensionato da salvare” ho avuto esperienze anche nel campo dei Sistemi di Gestione Ambientale e, ricordo, che durante il cammino verso il conseguimento della relativa Certificazione, denominata ISO 14001, molti mi chiedevano come mai, tra i possibili aspetti ambientali ritenuti molto significativi, fosse previsto l’Impatto Visivo. Senza entrare in dettagli, un’Azienda o un Ente che sceglie di salvaguardare l’ambiente, deve anche impegnarsi a non posizionare strade, barriere, costruzioni o anche cassoni, materiali, ingombri, in modo da rovinare la veduta di un paesaggio, un monumento, un parco… Qui scrivo solo sull’impatto visivo dovuto alle antenne e capirete, più avanti, cosa voglio evidenziare relativamente alla nostra Città. Partiamo dalla foto 1, scattata negli anni Novanta, dove, in Piemonte, mi trovai davanti a una graziosa chiesetta sovrastata da antenne di un Ponte Radio: in quegli anni non c’era proprio attenzione alle attrazioni turistiche del nostro Bel Paese. Cosa ne pensate? La foto 2 fa capire la necessità di ben individuare una collocazione fin dal progetto di un impianto enorme, mentre la foto 3 evidenzia una mostruosità a Minorca, Spagna, dove visitai Monte Toro e il Santuario in cima. Le dimensioni delle antenne sono determinate dalle proprietà richieste dal progetto in ordine alla irradiazione nelle differenti direzioni dello spazio e sono solo debolmente correlate con le potenze emesse dall’apparato. Ovviamente sono diverse le antenne per ripetitori radiotelevisivi, che sono situati per lo più in punti elevati del territorio (colline o montagne), dato che possono coprire bacini di utenza che interessano anche diverse province, rispetto ai ponti radio telefonici che sono un esempio di sistemi a trasmissione direttiva e sono realizzati con antenne paraboliche che irradiano l’energia elettromagnetica in fasci molto stretti per collegare tra loro due antenne anche molto lontane, tra le quali non devono essere presenti ostacoli: in questi casi l’impatto visivo è alto.

Le stazioni radio base, Srb, per la telefonia cellulare sono gli impianti di telecomunicazione che, per la loro capillare diffusione nei centri abitati, generano maggiore preoccupazione tra i cittadini che temono per la propria salute. Ogni Srb interessa una porzione limitata di territorio, detta comunemente cella. A differenza degli impianti radiotelevisivi esse si servono di bassi livelli di potenza per evitare che i segnali provenienti da celle attigue interferiscano tra loro. Inoltre, grazie anche alle particolari tipologie di antenne impiegate, i livelli di campo elettromagnetico prodotto rimangono nella maggioranza dei casi molto bassi. Qui, però, si entra in un altro tipo di impatto, quello sulla sicurezza, su cui vengono fatti continui dibattiti e non saranno oggetto di questa mia nota.

Tornando all’impatto visivo, per siti di particolare pregio architettonico, oggi si cerca di progettare, con studi attenti e precisi, antenne che riducano o annullino il problema. Negli ultimi anni sono stati introdotti sistemi di antenne con concetti innovativi che inglobano diverse funzioni e si presentano con forme differenti rispetto alle precedenti, con impatto visivo quasi nullo: trasmissione e ricezione possono essere combinate e la qualità può essere migliorata giostrando sulla diversità di polarizzazione del campo elettromagnetico invece che con la diversità di spazio. Il numero degli elementi di antenna visibili diminuisce considerevolmente e l’impatto visivo diminuisce. Anche l’aumento delle frequenze utilizzate porta ad una riduzione delle dimensioni  dei  singoli  elementi  delle antenne e ne esistono di tipo intelligente, in grado di direzionare l’irradiazione verso l’utente in collegamento; da ciò deriva anche una riduzione del campo elettromagnetico presente sul territorio. Le foto 4 – 5 mostrano alcune soluzioni già adottate in varie località per “mascherare” in qualche modo le antenne che comunque vengono installate per fornire un servizio pubblico ormai irrinunciabile in epoca di globalizzazione,  che è quello del “comunicare.

La realtà supera la fantasia? Certo, gli scempi che si vedono in giro in alcune città sono da eliminare e qui siamo ad Arese, la nostra Città verde, moderna e… con un notevole problema proprio in centro: guardiamo come si presenta la veduta del Municipio (foto 6). La cisterna, quasi un monumento storico per gli aresini, s’impatta visivamente con le antenne e non ci piace. Dalla comunicazione fatta a luglio 2013, foto 7, si legge fine lavori a tre mesi ma, passandoci ancora oggi, questo limite non è stato rispettato. Noi aspettiamo con fiducia, Più o Meno.PDF

Francesco Gentile
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