Sabato 7 agosto mi è stata consegnata una lettera di Bancoposta spedita solo il 26 aprile di quest’anno. Sono illustrate le nuove condizioni contrattuali per la carta Postepay a seguito dell’introduzione di normative europee dal 1 marzo ca. In essa si dichiara che “… le modifiche si intendono accettate decorsi 60 (sessanta) giorni dalla data della presente comunicazione … “. A questo punto anche un bambino capisce che i sessanta giorni sono già trascorsi: se volessi rifiutare le condizioni? Non è questo un caso gravoso, ma mi chiedo: se il servizio postale viene svolto da Poste Italiane, da cui dipende Bancoposta, si potrebbe ipotizzare un conflitto di interessi? Ovvero: se certe condizioni devono essere accettate entro un termine e le Poste recapitano in ritardo le missive, senza nemmeno timbrare la busta o fornire una controprova della ricezione in una certa data, si potrebbe pensare che il vantaggio è solo a favore di Bancoposta e a sfavore dei Clienti che, invece, meriterebbero maggior trasparenza. Dove sbaglio?
Pubblicata su La Repubblica – Milano il 14 agosto e DNews Roma il 6 settembre 2010