In dieci anni abbiamo perduto 5.450 euro in potere d’acquisto del nostro stipendio. Questa la notizia di un ennesimo studio. Certo, fior fiori di analisti sono arrivati, probabilmente dietro lauti compensi, alla conclusione cui noi, semplici cittadini, siamo arrivati fin dall’introduzione dell’euro. I prezzi raddoppiarono da un giorno all’altro e il nostro stipendio sembrò immediatamente misero, con quei pochi zero, senza sostanza. Se i nostri politici andassero più spesso a fare la spesa invece di mandare le loro badanti, si accorgerebbero che un chilo di carne costa la trentesima parte dello stipendio di un operaio ovvero la trecentesima parte del loro stipendio. Ora ci si chiede: se la famiglia di un operaio, senza fare altre spese o pagare fitto, acqua, luce e gas, lavarsi o pulirsi, può mangiare un chilo di carne al giorno, di quante bocche è formata la famiglia del politico che al giorno ne può mangiare dieci chili? Non tutti ricevono case in regalo oppure dai beni di partito. Non tutti mangiano quasi gratis alla bouvette del Parlamento mentre un bambino paga otto euro di ticket per mangiare precotti ai minimi termini nelle mense scolastiche. Questi studi vanno anche bene per far aprire gli occhi di chi ci governa sulla crisi che c’è, ma fanno solo amareggiare chi la crisi la vive.
Archivi tag: crisi
La sfera di cristallo racconta
Solo ora riusciamo a vedere cosa c’era nella palla di vetro del magico popolo italiano. Il nostro Paese era esente dalla crisi: si è visto che non è così. Le tasse non sono aumentate, eppure il 43 per cento del reddito lo diamo al fisco e dal settimo posto in Europa siamo al quinto dei più tartassati. Il processo Dell’Utri continua e nel frattempo riappare Cuffaro, quello dei cannoli. Pensavamo che riuscire a comprar casa con la liquidazione fosse un vanto, poi abbiamo scoperto che le case si possono ricevere in regalo da imprenditori o da prelati. Annebbiati dal mito Lippi, non capivamo di avere una squadra di svogliati milionari che rincorrono un pallone. Il neoministro Brancher si è sfogato: “Abbiamo perso ai Mondiali e ora tutti se la prendono con me!”. Poverino. Eppure Bossi aveva lanciato un messaggio: comprare la partita con la Slovacchia sarebbe stato utile perché oggi saremmo a parlare di calcio invece di accorgerci di essere sempre più presi in giro. Passato l’appannamento della sfera, scopriamo che è arrivata l’estate e forse l’ancora di salvezza dei nostri politici: il gossip. Siamo pronti per discutere sulla dama bianca del Cavaliere, nuovo fantasma creato per distrarci dai problemi concreti. Forse dobbiamo capire perché i Governatori, perfino, si ribellano alla manovra fiscale, mentre noi non siamo più capaci di reagire ai lavaggi del cervello di Tiggì e Reality!
Pubblicata il 1 lug 2010 su METRO tutte le edizioni
“I nostri tempi”
Mio padre mi diceva:
Figlio mio, Figlio mio,
tu quando sarai grande
troverai la società …
Mia madre mi diceva:
Figlio mio, Figlio mio
questo è un mondo di pace
e di pace tu vivrai…
Questa è la società
tutta bella sol di fuori,
che mai sarà di noi,
noi che vogliamo soltanto pace,
noi che vogliamo oggi
dormire bene e far l’amore,
noi che ce ne facciamo
d’ipocrisie e contestazioni?
Noi che ce ne facciamo
piccole guerre e paci finte,
noi che ce ne facciamo
piccole guerre e paci finte?
Io quando sarò padre
dirò sempre: Figlio mio
tutto quel che ti dico
son bugie e falsità.
Lei quando sarà madre
dirà sempre: Figlio mio
non credere ai miraggi,
guarda sempre la realtà…
Con i capelli bianchi
noi guarderemo al passato,
le minigonne e i jeans
rimpiangeremo continuamente.
Le nostre idee di allora
faranno ridere la gente,
la quale non avrà
benzina pane e civiltà
benzina pane e civiltà…
Canzone dallo spettacolo “Ministri e non … minestre” – settembre 1975