Il parere di un piccolo a fronte di grandi problemi

Pubblicata da La Repubblica -Milano, oggi a pag. XI col parere di Piero Colaprico che riporto tra i commenti qui sotto:

Ho avuto l’occasione di partecipare al Convegno “La scommessa dell’Italia in Europa: condizioni e proposte per tornare a competere”, invitato dalla Camera di Commercio di Milano. Ho seguito con attenzione gli interventi di importanti personaggi del mondo imprenditoriale, universitario e giornalistico.  Ovviamente, non riporto tutte le argomentazioni, ma mi ha colpito molto quando, parlando delle proposte, è stato detto che una delle criticità dell’euro è la mancanza di stabilità dei prezzi e mi chiedo: quando una pizza da 5000 lire passò a 5 euro da un giorno all’altro, chi controllava? E se una bottiglietta d’acqua costa al supermercato 30 cent, perché i bar in centro la vendono a 2 euro? È così che si vuole aumentare gli acquisti per far crescere il Paese? Sembrerebbe che si dia la colpa ai Clienti che non spendono e non si tiene conto di aumenti d’IVA, della diminuzione del reddito netto dei lavoratori a fronte di un costo del lavoro enorme a causa della fiscalizzazione. In Italia si propongono soluzioni per la competività senza che ci sia mai stata un’analisi puntuale dei problemi. Così, si tenta di liberarsi di lavoratori fannulloni della Pubblica Amministrazione senza analizzare le colpe di gestione di risorse economiche, materiali ed umane da parte di Dirigenti e politici. Si tollera una burocrazia paurosa che richiede passaggi infiniti e documentazioni voluminose anche per fare piccole cose. Si colpevolizzano i lavoratori che vanno in pensione da giovani quando le Aziende li costringono ad andar via e i giovani che non cercano lavoro quando le Università li riempiono di nozioni e non li mettono in grado di svolgere un mestiere e nessuno indaga quando le Aziende offrono loro pochi euro in nero, senza speranze. Le stesse Aziende che evadono il fisco o se ne vanno all’Estero perché non capaci di trovare soluzioni e reingegnerizzazioni per restare nel nostro Paese, mantenendo salari e occupazione, aumentando la produttività in accordo con Sindacati che non dovrebbero solo pensare a raccogliere tessere. Se la spesa sanitaria è grande, si accusano gli ammalati perché vanno al Pronto Soccorso per non morire in attesa di un medico di base che non verrà mai a visitarti e quasi mai si fa trovare al telefono. L’elenco sarebbe troppo lungo e mi fermo qui. Tutti tendono a colpevolizzare tutti e proposte serie, realistiche e basate sulle possibilità del nostro Paese (vedi il turismo) passano come polvere al vento. Come competere in Europa? Facendo ognuno di noi il mea culpa e cominciando a dire la verità.

 

Lo dice il giornale, sono ricco! Più o meno…

Pubblicata da La Repubblica Milano il 12 giugno 2012, con il commento, sottoriportato, di Piero Colaprico.

Pubblicata da SETTEGIORNI il 25 maggio 2012.

Pubblicata da QuiArese il 24 maggio 2012: 

Ritorna il nostro Francesco Gentile con i suoi Più o Meno. Questa volta ci parlerà della soddisfazione dell’essersi scoperto ricco… più o meno…

Leggendo Il Sole 24 Ore di oggi (16 maggio ndr), ho scoperto di essere ricco. Arese è tra i primi dieci Comuni col reddito medio più alto per abitante. E, allora, ho subito capito perché, qualche tempo fa, lamentandomi per i prezzi alti al mercato, un pescivendolo mi confidò che “questi prezzi li possiamo fare solo ad Arese”. Il dubbio è che allo stesso modo siano stimolati a comportarsi anche altri commercianti oppure i gestori della Cosa pubblica con tasse elevate o dei mezzi di trasporto con biglietti esorbitanti. Qualche tempo fa avevo scritto che due farmacie della nostra Città chiedevano prezzi superiori per alcuni prodotti rispetto a quelle di Rho…

Oggi mi si è aperto un mondo: sono benestante, tra i primi d’Italia e quindi non posso lamentarmi. Imparerò a gestire la mia pensione tra spese e  mutuo per la casa, continuando a tenere l’auto ferma, utilizzando servizi pubblici non proprio efficienti, sperando che acqua, luce e gas non aumentino oltre il giusto e che ci governino persone serie. Così sarò ricco tra i ricchi.

Un premio alle Poste

Pubblicata da La Repubblica MI il 3.5.2012

Stamattina mi è sembrato di capire, ascoltando la radio, che Poste Italiane, come Azienda Leader per i Servizi Innovativi e la loro diversificazione, ha avuto un riconoscimento presso l’Università Bocconi di Milano. Spero che chi ha preso questa decisione abbia tenuto conto anche dei disservizi delle Poste, dell’insoddisfazione della Clientela e dei parametri di Qualità. Intanto, nove mesi fa, sollecitato da battage pubblicitario delle Poste, ho aperto un nuovo conto on line al posto di un altro conto postale, di cui attendo ancora chiusura e restituzione della somma lasciata per eventuali conguagli finali. Ho saputo che ciò avviene per molte altre persone. Ho scritto anche all’Ufficio Legale di Poste Italiane, senza risposta. Nel frattempo ho pagato anche bolli e imposte varie. A questo punto a cosa serve l’avanguardia tecnologica e inventarsi nuovi servizi, se poi non si sanno gestire con serietà? Domanda: ma i premi nel nostro Paese vengono dati veramente a chi li merita?