Il danno e la beffa delle catene

È proprio vero che l’Italia è il Paese dove le leggi non devono essere rispettate per vivere bene. È una convinzione di molti ed il comportamento di chi ci governa a tutti i livelli non fa altro che aumentare i proseliti. Un esempio? Il recente episodio delle catene imposte dalla Provincia di Milano e che adesso molti rifiutano e forse finirà tutto in una bolla di sapone. Bene, tutto è bene quando finisce bene. Ma non è così. Chi, ligio al dovere, ha fatto la corsa a comprare catene o gomme da neve prima della fatidica data del 15 novembre, rimane fregato, oltre che essere stato preso in giro da amici più furbi. E’ vero: bisogna guardare alla sicurezza, ma questa non deve essere un obbligo. Se poi lo è e un cittadino si adegua, a questo punto non può rimetterci parte dello stipendio. Allora cosa dovrebbero fare tutti i compratori di catene di questi ultimi giorni? Legarsi con le catene al portone della Provincia? Riunirsi in associazione e chiedere il rimborso previo visione scontrino? Rivolgersi, pagando, ad Associazioni di Consumatori che aspettano queste confusioni regolamentari, per una causa collettiva? Siamo all’assurdo. Forse non mi sono ancora ripreso dallo shock della recente prebenda, ma vedo politici impazziti nel fare e disfare. E io pago, diceva il comico, ma veritiero Totò.

Regalo dalla Provincia…

Grazie alla Provincia di Milano, stamattina ho fatto un bel giro per comprare le catene da neve. Sembra una cosa facile, ma ho visto persone disperate. Come me. La mia utilitaria, come da Carta di circolazione, monta un certo tipo e misura di gomme: riesco a trovare, con difficoltà, le catene della misura giusta, consigliato da commessi e dopo consultazione catalogo. Sto per acquistarle, quando un signore mi chiede il modello d’auto e mi dice che non posso mettere le catene. Vado a leggere sul libretto di manutenzione ed è così: le catene posso montarle solo su pneumatici invernali, più piccoli. Invernali sono quelli da neve? No. Avrei potuto spendere sui 100 euro, ma adesso avevo solo tre alternative: comprare, alternandoli con gli attuali, pneumatici invernali, cerchi e catene (circa 1000 euro) oppure comprare pneumatici da neve completi di cerchi e montaggio (circa 1200 euro) oppure comprare un sistema a ragno, installabile sulle mie gomme per 310 euro. Una mattinata d’inferno con accavallarsi di persone, dubbi e domande. Anziani, che usano l’auto solo per la spesa, arrabbiati. Commessi già esauriti. Alla fine devo ringraziare chi ha avuto questa bella idea per regalare a Milano e hinterland una spesa imprevista!

(Pubblicata da La Repubblica MI il 2.11.2010)

Ora le case sono fantasma

C’ è un nuovo modo di chiamare le case abusive: con la finanziaria esse possono essere dichiarate con uno sconto fiscale definendole «case fantasma». Sono case che non risultano al catasto, per cui i proprietari non pagano tasse, né bollette per i servizi, né altro: non esistono. Allora, mi chiedo come, nel Paese principe delle intercettazioni, in un’ epoca di satelliti e di siti in Internet che permettono addirittura di guardare nelle finestre delle case, sia possibile rendere invisibili le case. È mai possibile che né i carabinieri, che hanno una caserma in ogni paesino e nemmeno qualche uomo della polizia locale è mai passato per certe strade nate dal nulla, con case o ville cresciute come funghi? E sa quante ce ne sono a Milano? E in Lombardia? So che piano piano le stanano, ma chiamarle fantasma è ridicolo: diciamo che sono case rette non solo su pilastri, ma su bustarelle, queste sì fantasma.

Inviata il 25 maggio e pubblicata il 31 luglio 2010 da La Repubblica Milano