Appunti personali. Palazzo Turati, Camera di Commercio di Milano: ho seguito le novità su “Legislazione ambientale e semplificazione normativa”.
L’introduzione di Ferlini della CCIAA: ha ricordato come tutto ciò che riguarda l’Ambiente è, oggi, sotto la Legge Penale e in Italia ci sono normative, tante, vaghe e che lasciano spazio a interpretazioni diverse. Un qualsiasi operatore del settore ha difficoltà per lavorare bene e le Imprese devono assumere le proprie responsabilità sia all’inizio che nella gestione delle attività. E’ necessario che tale assunzione sia certificata, riconosciuta. Tutti, produttori e utilizzatori, devono collaborare per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati dalle Leggi a livello nazionale e locale.
La dssa Pozzo dell’Università Studi di MI ha fatto un panorama europeo della legislazione ambientale e di semplificazione normativa. Il diritto sull’ambiente è complesso ed oscuro, si è sviluppato velocemente nell’ultimo decennio, in cui è anche cambiata la sensibilità verso l’Ambiente stesso. Esistono principi normativi a livello molto “alto”: chi inquina, paga, precauzioni, sostenibilità … e poi tante norme in tutte le Nazioni, che devono essere interpretate. Nel 1987 fu fatto un Atto Unico europeo da cui sono scaturite oltre 200 direttive, a loro volta emendate, alcune parzialmente abrogate, in 23 lingue ufficiali, con termini ibridi … Un esempio? La Direttiva 147/CE del 2009 per la conservazione degli uccelli selvatici è la prima ad essere stata “unificata” ed era nata nel 1979 con molte variazioni nel corso degli anni!
E’ nata, perciò, nel 2000 la Guida Pratica Comune per la redazione di testi legislativi: chiarezza, semplicità, precisione della stesura … La direttiva 2004/35 all’art. 2 definisce finalmente il DANNO come “evento negativo misurabile di una risorsa naturale o un deterioramento della risorsa che dia visione delle variazioni arrecate alla risorsa naturale”: chiaro, no? Ecco perché è necessaria una SEMPLIFICAZIONE delle Norme per precisarle e renderle interpretabile da tutti e applicabili in tutti i Paesi membri. Francia, Germania e UK a livello governativo hanno studiato come GESTIRE LA COMPLESSITA’, emettendo CARTA dell’Ambiente, Codice per l’Ambiente e altre iniziative che coinvolgono ministeri, imprese, associazioni, università, cittadini anche in appositi Gruppi di lavoro. In Italia, siamo un po’ indietro e occorrerebbe fare “SISTEMA”, senza perdere di vista la dimensione europea, collaborare con le Università, informare e far partecipare la cittadinanza.
Il dr Fracchia della Bocconi ha illustrato quanto si sta tentando di fare per semplificare la normativa italiana, perché “l’alto tasso di complessità normativa implica anche un alto tasso di amministrabilità”. L’Ambiente ha specificità che non si trovano in altri campi, ad esempio la globalità dei problemi, l’intersezione della “causa” con lo spazio e il tempo. Ad esempio, una causa di incidente ambientale in Cina può essere risentito in tutto il mondo (spazio) e ripercuotersi per anni sulla sostenibilità per i nostri figli …
In Italia fu fatto un Testo Unico nel 2003 n.229, poi un d.lgs 152/2006 per il Codice ambientale, la 9/2009 art.12 Legge delega in materia ambientale, il d.lgs 128/2010 per la tutela dell’aria e il prossimo d.lgs xxx/2010 per la gestione dei rifiuti in base alla Direttiva europea 2008/98/CE …
Per poter codificare bene ci sono però limiti interni quali materie escluse (inquinamento acustico, elettromagnetico, luminoso …), principi inseriti dopo la definizione della disciplina di settore oppure istituti dimenticati come strumenti di mercato o coinvolgimento dei cittadini … Oggi esistono criteri che derivano dal diritto comunitario per il legislatore e per le Amministrazioni, una valenza di norma costituzionale che stabilisce il rapporto tra Stato e Regioni, molta burocrazia. C’è un intreccio tra funzioni pubbliche e private, tra paesaggio e salute e governo del territorio…
In definitiva, un Codice per essere buono deve esserlo per le azioni del giurista, ma anche delle imprese e dei cittadini: esso prevede il principio dello sviluppo sostenibile che non riguarda, però, solo l’ambiente, ma anche le persone, gli atti amministrativi, ecc. Per tale motivo, Egli ritiene che non si debba parlare di DIRITTO AMBIENTALE, ma di DIRITTO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE.
Il dr Biondi, Assolombarda, ribadisce che le norme vanno sempificate, spesso sono incomprensibili. La semplificazione deve essere misurata nella qualità: c’è differenza ta semplificazione annunciata e quella percepita e ciò vale non solo in campo ambientale. In Italia c’è qualche segnale: abbiamo attualmente 2 Ministri per la semplificazione (quello delle Leggi e quello della Pubblica Amministrazione e Innovazione), in Regione Lombardia e in Comune ci sono Uffici appositi. Le Imprese hanno costituito appositi Sportelli Unici per attività produttive e semplificazione e facilitazione nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Si sta perfezionando l’istituzione dell’Agenzia per le Imprese per uno snellimento burocratico utile a legislatori, imprese e controllori.
Importanti, però, sono i CONTROLLI: costituiscono l’anello debole della catena e sarebbe necessario un raccordo tra le diverse banche dati esistenti per avere una COERENZA DI SISTEMA. Inoltre bisognerebbe fare valutazioni economiche sull’applicazione di ogni norma che si introduce.
La dssa Estrada di Federchimica, ribadisce molti concetti precedenti e pone l’accento sui CONTROLLI che spesso sono fatti da Enti diversi e ripetuti o addirittura si sovrappongono. Ad esempio per il Rapporto di Sicurezza e Certificato di prevenzione incendi, presso lo stesso Ente, ma uffici diversi passano tempi lunghissimi, senza una integrazione o scambio di informazioni e quindi utilità delle banche dati. Molte norme potrebbero essere semplificate per migliorare le attività, ad esempio sarebbe opportuno permettere le manutenzioni degli impianti nei cantieri in esercizio, senza fermare gli impianti …
L’avv. Ferraris dell’ANIDA Associazione Nazionale Imprese per la Difesa Ambientale, lamenta che il Gruppo di Lavoro per la semplificazione non ha tenuto conto dell’anticipazione di alcune osservazioni e suggerimenti fatti e ciò ha rallentato le attività di proposta innovazioni da parte dell’Associazione. Ad esempio molti atti amministrativi fatti in occasione di Conferenza di Servizi e AIA (Autorizzazione Intervento Ambientale) sono duplicati con notevole dispendio di tempo e risorse. Anche le verifiche spesso avvengono in doppio e in tempi diversi e quindi le Autorizzazioni arrivano sempre dopo i 150 gg fissati per il rilascio.
Anche in questo Convegno, alla fine, è stato evidenziato dalla dssa Pozzo, che molti rallentamenti nelle attività di semplificazione normativa dipendono dalla carenza di fondi …