Expo, il dopo sarà un Più o un Meno?

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05 dicembre 2013 – Nel 2005 l’inaugurazione della Fiera a Rho – Pero. Già negli anni precedenti, quando il progetto partì, furono alimentate le speranze dei territori interessati e confinanti sullo sviluppo di infrastrutture e possibilità di crescita e occupazione. Dal mio punto di vista di “Osservatore”, a parte strade ancora in via di completamento, la nuova stazione ferroviaria e la nascita qui e là di qualche Bed & Breakfast, non ho visto tanto e, in particolare, non ho capito quali vantaggi ha avuto Arese, forse il parcheggio abbandonato e attrezzato di fronte allo stabilimento e che forse potremmo utilizzare in parte per i camper… L’area ex-Alfa Romeo, inizialmente indicata come possibile sede, è ancora da definire a parte un costruendo centro commerciale che, sicuramente porterà dei Più (lavoro, attrazione di imprese…) e dei Meno (traffico, smog…): occorrerà essere attenti nel seguire progettazioni ed esecuzioni e approfittare per valorizzare la nostra Città rendendola “attrattiva”. Sentivo ai TG che a Sesto San Giovanni sull’area ex-Falck, verrà costruita entro il 2019 la Cittadella della Salute. In altre aree dismesse a Milano e dintorni, si stanno costruendo nuovi quartieri col verde e con apertura ad imprese commerciali e produttive, come le startup. Ora arriva l’Expo 2015 e la nostra zona viene vista come una di quelle che ne riceverà benefici. Senza essere pessimista mi chiedo cosa ci porterà la manifestazione che si aspetta 20 milioni di visitatori da tutto il mondo e cosa il nostro Comune sta progettando per attrarne il maggior numero possibile: cosa offriremo se non il probabile nuovo Museo dell’Alfa? Abbiamo strutture ricettive? Per quale motivo un turista proveniente dall’altra parte del mondo dovrebbe venire ad Arese? Avrà facilità di trasporto verso il Polo Expo, un punto di informazioni e di incontri nel nostro territorio? Intanto a Milano ho partecipato al Convegno “Masterplan post EXPO 2015” dove ho capito che Amministrazioni Pubbliche di Milano e Rho con le imprese pensano già a come utilizzare il sito dell’Expo quando a fine 2015 sia il milione di metri quadri di terreno e i capannoni saranno svuotati del loro scopo: rimarrà di sicuro il costruendo Palazzo Italia e poi? Brevemente vi riporto dai miei appunti le proposte presentate, senza altre citazioni che potrete trovare su altri media.

Il sito EXPO è in area extraurbana, fuori tangenziali, a 14 chilometri dal centro città e non ha valore paesaggistico. Guardando al passato si impara: Siviglia fece l’Expo a 6 chilometri da centro e il dopo è stato un insuccesso, come ad Hannover che era a 8 chilometri, mentre a Lisbona il successo si è avuto solo in parte, Torino post Olimpiadi invernali e Londra post Olimpiadi hanno sfruttato bene l’eredità lasciata dalle manifestazioni.

PROPOSTE, da esaminare entro primavera 2014, sono quelle di creare una CITTADELLA DELLA GIOVENTU’, realizzando residenze per studenti per 8.000 posti letto, coprendo il 12 per cento della domanda, sull’esempio dello Spazio Einaudi di Torino, con uno STADIO CALCISTICO, con attrazioni sportive, vasca olimpionica, atletica out e indoor, circuito di trotto, poi un POLO AGROALIMENTARE trasferendo i Mercati Generali di Milano oppure una CITTADELLA DELLA GIUSTIZIA, delocalizzando il carcere di San Vittore e un nuovo Palazzo di Giustizia, recuperando l’attuale bellissimo edificio di San Vittore ad altri scopi, anche turistici, o fare una CITTADELLA DELLE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE o, infine, un POLO SMART CITIES, riunendo aziende tecnologiche impegnate nella ricerca per una città sostenibile, con occhio alla mobilità, all’energia…

Le idee quindi ci sono e anche l’interesse ad investire circa 1 miliardo e mezzo di euro: importante è sapere cosa e quando. Puntando su fiducia nella vitalità e concorrenza delle aree metropolitane; leva endogena di ripartenza oltre una crisi non contingente, ma strutturale; attrazione di nuovi investimenti materiali e immateriali; ibridazione di talenti, alta formazione, nuove tecnologie; tessuto infrastrutturale integrato e per far ciò sarà necessario interagire con i soci e le loro strutture, con gli stakeholders, allargando il dialogo con le altre Città e la Regione, sviluppando al di là dei vincoli, le proprie potenzialità.

E Arese? E i suoi spazi disponibili? Stiamo perdendo qualche treno per Expo e “DOPO EXPO”? Io penso che bisogna svegliarsi e mettere i piedi a terra: altre occasioni così importanti per molti anni futuri non si ripeteranno. La nostra Città deve pensare al suo sviluppo sostenibile per i nostri figli e per i loro figli. Più o Meno…

Francesco Gentile
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Camminando su è giù… Più o Meno!

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28 novembre 2013 – Il sole, pur freddo, invita a camminare e Arese con i suoi colori autunnali offre angoli “leonardeschi”. Eppure, qualche negatività la si trova, purtroppo. Vediamo insieme. Via Leopardi, come sempre, offre la visione di cestini dei rifiuti stracolmi di sacchetti con i rifiuti dei nostri amici a quattro zampe ed è ammirevole la capacità di equilibrismo che hanno i nostri concittadini per non far cadere sui prati i rifiuti. Questa strada deve avere una qualità ispiratrice per i nostri cani perché quasi tutti i giorni i cestini sono stracolmi, mentre, ad esempio in via Statuto, nei cestini troviamo altri rifiuti come carte, giornali, lattine e addirittura qualche sacchetto di rifiuti casalinghi (Foto 1). Tempo fa avevamo individuato delle cassette dell’Enel fuori uso e mai disinstallate, oggi, in via Monte Resegone, ecco (Foto 2) un’altra cassetta Enel tenuta chiusa con un nastro annodato: forse serve per ricordarsi il cosa fare? E il degrado della condizione delle strade è ancora visibile, tanto che continuiamo a chiederci perché le strade vengono asfaltate, come è stato fatto ad Arese, a novembre quando già le prime piogge di una settimana fa hanno creato nuove buche e la prossima neve ne creerà altre, mentre abbiamo fatto percorsi di guerra per tutta la primavera-estate scorsa… Si dirà che non ci sono soldi e allora da dove escono i soldi a novembre? Cadono dagli alberi con le foglie? 

La foto 3 tocca un altro capitolo: segnaletica e sicurezza stradale. Vediamo un cartello di passaggio riservato nella stradina che porta al cimitero di Valera, che si rifiuta di stare nella posizione giusta. In via Monviso troviamo un divieto di sosta “A”  su entrambi i lati, seguito subito dopo, da un altro simile che chiamiamo “B”  e che indica il divieto solo su un lato (si guardi la foto da vicino…). Sempre in via Monviso, un cartello si è arreso per sempre ed è sparito, lasciando il piccolo ricordo dell’orario di divieto… Infine, il vento di domenica sera che non era certo la Bora triestina, ha abbattuto un segnale alla fine di via Matteotti, dopo il monumento alla Pace, trovando esso stesso la pace eterna. In via della Repubblica, foto 4, ritroviamo il magico cancelletto del parchetto pubblico che qualcuno dimentica di chiudere, forse perché ai lati non ha alcuna recinzione, mentre al parco di viale Einaudi vediamo una recinzione che non ha il cancello e ci chiediamo: in tempo di crisi perché non spostiamo il cancello di via Repubblica qui e almeno ci troviamo un parco protetto? Sempre che sia questo lo scopo di mettere o solo cancelli o solo recinzioni: ne avevamo già scritto, ma nessuno ci ha mai spiegato il perché.

La foto 5 ci ricorda, dopo più di un anno, che le basi dei pali di illuminazione lungo la pista ciclopedonale di via Leopardi sono ormai fradici. Ultima, la foto 6 ci fa vedere quei funghetti “Puffi” che ogni tanto troviamo lungo le nostre strade e che piacciono anche ai bambini: peccato che in via Leopardi ce n’è uno aperto col capolino di un cavetto… In un solo giorno, la nostra passeggiata ci ha offerto molti spunti, ora aspettiamo molte soluzioni… Più o Meno!

Francesco Gentile       

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Più collaborazione se ci sono Meno soldi!

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31 ottobre 2013 – In tempo di crisi ci si da una mano: così mi insegnavano i miei genitori. A livello di singoli queste parole sono capite ed interiorizzate, lo dimostra il grande numero di volontari e Associazioni presenti sul territorio nazionale ed anche nella nostra Città. Il problema è, invece, l’incapacità di aiuti reciproci tra Istituzioni e Enti, Aziende, Gruppi di privati. Soldi non ce ne sono ed il compito di gestire il bene pubblico è difficile, troppi vincoli burocratici e troppe complicazioni pratiche non aiutano chi ha deciso di impegnarsi in politica per tentare di migliorare le condizioni di vita dei Cittadini e dell’Ambiente e delle Strutture.
L’Osservatore si pone, quindi tante domande, ma facciamo solo due esempi. La prima foto in fondo al testo mostra come si sta rovinando l’affresco accanto alla bella Meridiana in piazza della Chiesa dei SS Pietro e Paolo: un tentativo di salvataggio fu fatto anni fa, ma, forse, sarebbe stata utile l’installazione di qualche copertura di protezione, un vetro o qualcosa del genere almeno per evitare la erosione da maltempo. Sicuramente chi se ne intende saprà come intervenire e se il problema è quello dei soldi, mi chiedo se in Arese ci siano Industrie, Banche, Enti, Ditte che vogliano contribuire al restauro e al processo di mantenimento: spesso si fa lo “Sponsor” per cose più futili che un’opera artistica, no?Viceversa, la foto successiva, che comprende quattro riprese, mostra il degrado del monumento – fontana del Centro Giada e qui c’è il solito che mi ricorderà che trattasi di opera di proprietà privata. L’Osservatore, felice di assegnare un Più per aver trovato la fontana liberata da rifiuti, deve assegnare un Meno alla volontà di risolvere il problema di mostrare a uomini d’affari o turisti che si recano anche all’Hotel lì vicino, oppure ai passanti, uno spettacolo di degrado non degno della fama di Cittadina Ideale che Arese si era creata negli anni Settanta e Ottanta. E la domanda è la seguente: il Comune non può proprio trovare un accordo con la proprietà almeno per dividere le spese di recupero e messa in funzione della fontana che, tra l’altro, aveva giochi d’acqua e di luci? E se, dei venti milioni di visitatori attesi all’EXPO 2015 qualcuno passasse  o si fermasse ad Arese, quale immagine potrà fissare col suo obiettivo fotografico da portare come souvenir nel suo Paese? Noi speriamo sempre, Più o Meno.

Francesco Gentile 

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