Serietà e gaffe di giornata

Pensando alla storia gloriosa del nostro Paese, devo proprio affermare che in questi ultimi tempi l’immagine nazionale è al minimo. Ultimi esempi, la consegna della Coppa dei Mondiali di calcio alla Nazione organizzatrice nella cerimonia d’inaugurazione è stata fatta non da un giocatore della Squadra che nel 2006  l’aveva vinta, ma da un giocatore della Francia, la squadra che aveva perso la finale. Si è detto che è stata una gaffe. Il Presidente Abete ha detto che dobbiamo pensare a vincere e non a queste cosucce. Intanto, molti testimoni affermano che ad una manifestazione il Governatore del Veneto ha fatto suonare il Và pensiero, anziché l’Inno di Mameli. Molti dicono di non sottilizzare perché ci sono ben altri problemi. Ci credo e lo so, ma capisco anche che se questa pure è una gaffe, siamo di fronte a un malato che si sta aggravando: l’Italia non ha più la forza di reagire, accettando di tutto, all’estero come da alcuni personaggi che nei week end calpestano il Tricolore e nei giorni feriali si siedo sulle poltrone del potere. O forse questo ci meritiamo: a molti piacciono le gaffe del nostro Premier e di gaffe siamo ricambiati!

Pubblicata ieri su DNews di Bergamo  e oggi ancora su Bergamo e Verona.

Festa della Repubblica divisa

Per la festa della Repubblica abbiamo ricevuto in regalo la manovra finanziaria. Veniamo a sapere che i disoccupati sono al 9% e i giovani lo sono al 30%: sono record dal 2001. L’Italia che vediamo oggi è un Paese diviso tra Nord e Centrosud: da una parte la Lega inneggia alla Repubblica Padana, sotto l’Emilia si crede ancora nel Tricolore. La Sanità al Nord ha meno debiti, i servizi funzionano meglio e per salvare il Sud ci dice il Premier che verrà fatto sicuramente il Ponte di Messina. Il come, quando e con quali soldi non lo sappiamo. Siamo felici, oggi? La Repubblica Italiana ci rende orgogliosi quando sentiamo l’Inno e quando la Bandiera sventola sulla nostra solidarietà, sulla creatività, sulla volontà di competere. Eppure ci sentiamo bloccati da una classe politica che continua a litigare, a non confrontarsi e trarre spunti di miglioramento dagli errori e dalle critiche. Un brutto esempio ci è arrivato dalla telefonata del Premier a Ballarò: un sondaggio può essere o meno preciso, essendo basato su statistiche e campioni, ma lo scoop comunicazionale di Berlusconi si è rivelato un boomerang. Stiamo aspettando da tempo un intervento pubblico in cui ci venga spiegato se c’è crisi e perché dobbiamo fare sacrifici, ed invece assistiamo ad apparizioni improvvise in varie trasmissioni senza che ci sia possibilità di ribattere democraticamente, serenamente così come dovrebbe essere interloquendo con un esponente del Partito dell’Amore.

Pubblicata il 3.6 da Europa