Nuova lezione di matematica applicata all’Italia. Sottraiamo al costo della vita lo 0,5% della tariffa per l’elettricità e sommiamo del 3,2%, quella del gas. Otteniamo un 30 euro in più all’anno di spesa. Tracciando un’autostrada lungo il Paese, rileviamo un aumento delle tariffe e se facciamo il raccordo anulare sommiamo un euro in più. Disegnando la tangenziale sulla rotonda di altre città, ricaviamo una cifra che riduce di molto lo stipendio medio di un operaio, pari a mille euro. Allargando il lodo Alfano anche al punto Premier e tracciando la diagonale per dell’Utri, abbiamo una figura oblunga che arriva al centro del cerchio del cittadino medio. Essendo diminuiti gli investimenti del 12,1 per cento e addizionando tutti gli introiti persi per l’immagine negativa sul turismo derivata dalla Nazionale di calcio, ci troviamo con un capitale enorme, pari al prezzo di un litro di carburante o all’ora di lavoro precario. Uguagliando il ricavo della vendita delle Dolomiti, spiagge e laghi al valore dell’evasione fiscale, abbiamo l’integrale Tremonti che taglia parallelamente tutte le categorie, lasciando più poveri i poveri e ricchissimi i ricchi. Dividendo per le case regalate a Ministri e conoscenti, tenendo presente l’incognita del Cupolone, e nominando amici e fidanzati a Capi d’Azienda, possiamo moltiplicare il pane e i pesci e dar da mangiare ai cassaintegrati. Abbiamo così dimostrato il teorema di Bossi che dice: “Preso un posto a Pontida e variandolo in poltrona a Roma, è sempre possibile aumentare il costo della vita senza ritoccare le tasse”.