“ … affidarsi alla sorte e confidare nei santi è semplicemente uno dei tanti espedienti di un popolo vitalissimo, (ndr quello napoletano), messo in scacco dall’attesa di qualcosa che non succede: e che è divenuto preda delle sue stesse allucinazioni e dei suoi sogni per fugare il sospetto che non sia rimasto nulla da sperare”
(Dal libro “Lo Scurnuso” di Benedetta Cibrario Ed. Feltrinelli)
da Guglielmo Maglia su Facebook: Carlo da quando sei tornato alle origini sei cambiato .. a mio avviso in meglio. Certo ti sento piu’ vicino ai ….. alla mia analisi della realta’.
da Facebook, Carlo: Certamente, ma se questo è un modo per fare raffronti con altre realtà, occorrerà verificare che le ‘CONDIZIONI AL CONTORNO’ siano le stesse. O NO?
E’ proprio questo, Carlo, che io vorrei e allora abbiamo lo stesso obiettivo: fare in modo da far capire che viviamo tutti in Italia, che i problemi ci sono dappertutto e che gli italiani devono essere uguali e comportarsi allo stesso modo a Nord, Centro e Sud. Con uno sguardo a cercare di capire chi cavolo votare che possa aiutarci a fare dell’Italia un grande Paese, sfruttando le risorse naturali, culturali e fantasiose che certamente abbiamo …
Il blog può portare a fraintendimenti, ma anche a chiarimenti ed è proprio questo che a me piace: amicizie che si rafforzano, amicizie che nascono.
E grazie a te e Alfredo per la compagnia che mi fate!
Caro Franco, premetto, che, a mio sommesso avviso, su questo blog, stai riportando frasi prese da FB ed e-mail che, per chi legge, sembrano slegate e di difficile comprensione, sopratutto per chi non partecipa alla discussione: eviterei, almeno per le mie frasi.
Capisco che la frase relativa alla ‘puzza sotto il naso’ abbia creato qualche malumore, e me ne dispiaccio e mi scuso, anche perché era sopratutto riferita a me ( l’avevo scritto chiaramente).
Non sono tornato a Napoli per cambiare qualcosa, non ne ho ne le capacità ne le possibilità.
Sono tornato per lavoro, nel 2000 e, davanti alle mie mille critiche sul modo di vivere qui, un bel giorno mia sorella, insegnate qui, sbottò ” ma perché non te ne torni a Milano se qui nulla ti sta bene !”
Mentre l’altra mi sorella che vive a Rho continua a chiedersi come facciamo a vivere qui mentre li, a Rho, è tutto lindo e pulito.
Ho cominciato quindi a riscoprire Napoli, che non conoscevo, ed a scoprire che ci sono fondamentalmente due culture contrapposte. Da un lato molti qui vedono il settentrionale/milanese come lo stereotipo di quello che corre continuamente, non fa altro che lavorare, attaccato alla carriera ed ai soldi tanto essere capace di passare sopra ad ogni cosa, freddo e poco incline ai rapporti umani.
Dall’altro so che al nord vedono i napoletani come scansafatiche, camorristi, pieni di immondizia, incapaci di una cultura europea ed incapaci di reagire, rassegnati.
Entrambe le visioni, a mio avviso, completamente errate. Due popoli che non si capiscono !
Ho cominciato a cercare di far capire ai miei amici napoletani, di qui, che la loro immagine del nord era sbagliata, che li, avevo conosciuto tante persone stimabili, capaci grandi passioni, che mi avevano accolto bene ed avevo avuto modo di vivere bene la mia vita. Ma ho anche cominciato a cercare di far capire, ad alcuni amici del nord, che il sud non è così brutto come lo si dipinge e che parlare solo delle sue negatività non giova e contribuisce ad alimentare la brutta fama di questa città tra l’altro allontanando il turismo di cui può vivere il sud.
Naturalmente, è una questione di antropologia culturale, più stai in un gruppo sociale più ne sposi le caratteristiche: non c’è nulla di male in questo è la realtà, sia per quanto riguarda me qui, che altri, altrove.
Ed io ho cominciato a ridiventare napoletano; per scoprire ad esempio che nel casertano, dove vivo, i tumori sono in forte aumento, mentre nel resto dell’Italia sono in diminuzione. Infatti alcuni amici, mi hanno spiegato i gravi danni creati alla Campania dallo sversamento di rifiuti tossici provenienti dal nord (ovviamente con la complicità della malavita di qui) ed il conseguente forte aumento di tumori (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Triangolo_della_morte_Acerra-Nola-Marigliano)
Ed allora, molto francamente, quando continuo a vedere utilizzare i soliti argomenti sulla monnezza, senza mai indicare che almeno metà della colpa è di quegli sversamenti provenienti dal nord, mi si rivolta qualcosa dentro. Se poi questo lo fa una napoletano l’incazzatura arriva ai massimi storici ! ma questo solo per fare un esempio.
E’ non è solo campanilismo: é anche ricerca di obiettività, senza fermarsi alle sole apparenze, ma cercando di capire l’origine delle cose. Questo mi ha portato a studiare la questione meridionale. Ma qui andiamo troppo oltre !
Chiedo scusa all’amico Alfredo. Io non ho percepito che lui abbia una cattiva immagine di Napoli, mi sono solo domandato come, una persona come lui, mai stata a Napoli, possa avere una immagine positiva della città, visto il modo negativo con cui la si rappresenta.
Mi auguro che un giorno venga qui e sarà un piace conoscerlo ed accompagnarlo in giro per Napoli.
Non voglio andare oltre, perché mi rendo conto che su un blog si può venire fraintesi.
un saluto a tutti.
Carlo, io non credo: osservo, rifletto e traggo le mie conclusioni … Se credessi in qualche venditore di chiacchiere di qualsiasi colore, sarei iscritto a un Partito … Comunque, come cittadino di questo Paese, quando leggo che la terza corsia dell’autostrada Milano – Como è stata inaugurata nell’estate 2012 con 10 mesi di ANTICIPO sul termine fissato alla primavera 2013, non posso CHE RALLEGRARMENE, O NO?
da Carlo, su Facebook: Criticare è facile,costruire è molto più difficile. Questa è solo guerra politica da parte ,tra l’altro di un giornale, non certo fatto qui e con una precisa impronta politica. Ma, ovviamente, tu sei libero di credere quello che vuoi ! … tra l’altro l’estensore è un radicale e non può certo andare d’accordo con un magistrato.
Vedi anche: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2013/11-gennaio-2013/mal-napoli-espresso-ora-bastona-de-magistris-2113503773080.shtml
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2013/6-febbraio-2013/via-de-gennaro-una-buca-dirottate-cinque-linee-autobus-2113873636226.shtml
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2013/6-febbraio-2013/video-amaro-de-magistris-due-anni-promesse-mancate-2113872123540.shtml
da Carlo su Facebook: Un sindaco non ha la bacchetta magica. Già il sapere che è una persona onesta, serve a dargli fiducia
Mi spiace che L’amico Carlo abbia percepito che io ho una pessima immagine di Napoli solo perchè in genere è associata a notizie negative da parte dei media. In questo caso posso solo chiedere scusa per non essermi spiegato meglio, ho solo cercato di contribuire alle discussioni con alcune mie osservazioni. I miei genitori, e quindi il mio sangue, è siciliano, della provincia di Catania. Sono nato in Toscana, a Montecatini, perchè mio padre, maresciallo dei Carabinieri, negli anni 1950-1955 era in servizio come sottufficiale proprio li. Dalla mia nascita, puntualmente ogni 5 anni, con la mia famiglia, abbiamo avuto un trasferimento, come di consuetudine a quei tempi per chi operava nell’Arma. Quindi Como, Cermenate, Malnate, Varese finchè finiti gli studi e ottemperato ai doveri militari mi sono sposato e da allora vivo nell’ambito di Gallarate. Mia moglie è calabrese e così tutta la sua parentela. Ho grandi amici napoletani, il nostro Frank, vicini di casa, i miei consuoceri nonchè genitori di mia figlia, tutta una serie di nipoti acquisiti, fidanzati di nipotine e tantissimi amici loro. Posso dire che quando vado a pranzo dai cognati si guardano le partite del Napoli. Forse le mie esperienze multiregionali mi hanno reso solo italiano, europeo, mondiale, non so, certo è che non ho alcun campanilismo, nel senso che non credo che nessuno sia migliore di altri, nessuno vale un micron in più di altri solo perchè è di una certa città o di una certa regione. Ovviamente quelli che sentono forte il legame o l’appartenenza a una città o ad una regione la vedono in modo un po’ diverso, sono più o meno condizionati dall’amore che nutrono verso la propria città. Non è un male, anzi, ma è come una lente che colora di rosa o di azzurrino tutto ciò che si vede. C’è un filo meno di imparzialità, come il tifoso di una squadra o l’innamorato di una donna, che vede l’oggetto dei suoi pensieri sotto una luce dorata. Ho il torto di non aver mai visitato Napoli, è vero, ma è già due anni che vado ad Ischia e apprezzo tantissimo ogni particolare che la riguarda, conosco bene il meridione e i suoi abitanti, con le loro eccezionali doti e i loro difetti nemmeno molto nascosti. Come volontario di Croce Rossa non ho fatto fatica ad abbracciare i 7 principi, tra i quali l’IMPARZIALITA’ (“La Croce Rossa non fa alcuna distinzione di nazionalità, di razza, di religione, di condizione sociale e appartenenza politica. Si adopera solamente per soccorrere gli individui secondo le loro sofferenze dando la precedenza agli interventi più urgenti”) e l’UNIVERSALITA’ (“La Croce Rossa è un’istituzione universale in seno alla quale tutte le Società hanno uguali diritti ed il dovere di aiutarsi reciprocamente”). Entrambi questi principi abbattono le barriere, che ci siamo creati tra uomo e uomo, legate alle varie diversità più o meno grandi. Come ho già avuto modo di dire, vorrei poter rispondere un giorno alla domanda: di dove sei? Così: della Terra!
Buon intervento, molto politico, ben preparato e ricco di affermazioni preelettorali con i “MAI PIU'” … Speriamo bene: tante volte si è sentito “MAI PIU'” nel nostro Paese. Intanto ieri sera a Ballarò non mi sembra che il Sindaco, che apprezzo e che ho invitato a sostenere (anche da lontano …), abbia dato risposte più concrete legate alle domande di Floris facendo capire come si possano risolvere i problemi (specie economici) della città, ma si è fatto prendere dal giochino “Nord-Sud Sud-Nord” puntando a colpire il viceclown Maroni.
Carlo, mi sembra che tu stia parlando a un amico che non conosci e parlare di “puzza sotto il naso” non è proprio il caso. Certe volte bisogna guardarsi allo specchio per scoprire certe cose (Pirandello) e una persona non può cambiare ottiche sulla realtà secondo che si trovi al Nord o al Sud: la coerenza è una caratteristica insita e difficilmente modificabile. L’amore per la nostra città da parte mia non è legato alla mia lontananza e quanto fatto in gioventù nel nostro difficile quartiere ne è a dimostrazione e molti che ci vivono se ne ricordano ancora perché i problemi li “sentivamo e c’eravamo dentro”, senza correre verso quartieri nobili. Già allora, nessuna puzza sotto il naso. Il trasferimento a Milano fu sofferto, ma non si creò nessun distacco né culturale, né umano e col tempo e con l’età, ammetterai, le cose si vedono con occhio più attento, più esperto e più critico. Da qui le mie considerazioni che, se le rileggi con attenzione, non riportano nessuna accusa ma un invito a reagire e a svegliarsi ed è certamente rivolto a chi si abbandona e dorme, senza mai dire che non ci sono persone (e fortunatamente tra i miei amici, professionisti, docenti etc, ce ne sono tante) che siano impegnate per la “resurrezione napoletana”. La storia, poi, insegna anche che, spesso chi sta lontano ha contribuito con comportamenti, impegno e passione a far crescere la stima verso Napoli e i suoi abitanti, non solo mettendone in risalto le qualità, ma anche i difetti: il miglioramento si ottiene solo attraverso l’aumento dei punti di forza, ma anche azioni sui punti di criticità! Altrimenti si può essere come quel leader politico che al Nord si allea con la Lega e al Sud col Grande Sud, dimenticando che l’Unità d’Italia fu fatta tanti anni fa e che ancora bisogna fare l’Uguaglianza d’Italia …
So, infine, che non conosci Alfredo personalmente e siete diventati Amici tramite me e Facebook, ma io che lo conosco bene ti posso assicurare che non si trova in lui un goccio di antimeridionalismo ed è una persona molto aperta, disponibile verso gli altri, impegnato nel volontariato e sensibile ai problemi sociali: i suoi commenti sono sempre meditati e volti alla positività: a me ha sempre dato coraggio e ottimismo.
Hai concluso con la frase: Napoli non si segue da lontano … la si vive e mi chiedo se la tua scelta di lasciare parzialmente il Nord fu dovuta, principalmente, alla voglia di risanare Napoli. Penso che possa più far riflettere una punzecchiatura de IL MILANAPOLETANO che un’inutile battibecco su io qui, tu là paraponzi ponzi pà !
guarda anche questo:
http://video.repubblica.it/dossier/elezioni-politiche-2013/de-magistris-al-contrattacco-dopo-le-polemiche-per-il-caos-bus/118001/116465?ref=search
E no… non ci siamo. Purtroppo, come al solito il sud viene guardato solo e sempre per le cose negative. Sopratutto dai meridionali trapiantati al nord, che qui si comportavano in un certo modo e, emigrati, hanno scoperto l’emancipazione e talvolta hanno la puzza sotto il naso !
Sia chiaro capitava anche a me, non vedevo l’ora di scappare nella linda Garbagnate milanese, finché, qualcosa mi ha fatto capire e riamare la mia città.
Tuttavia è difficile, per chi non ha vissuto tanti anni al nord, capire questi velati modi di fare.
Certamente il napoletano che vive al nord ama Napoli, ma è un’amore distaccato, quasi platonico, non…… ci si sporca le mani !
“Io sono qui e voi, trogloditi, che non volete lavorare, siete ancora li… e noi vi dobbiamo mantenere ! ”
Il sud ha tanti problemi, ma si parla sempre e solo di quelli, se a Milano, in una clinica si fanno operazioni inutili e si ammazza la gente, tutti dimenticano e resta comunque la regione con la migliore sanità. Se rubano a tutto spiano, se si scoprono le truffe alla sanità , comunque sono più civili, solo perché si fermano ai semafori, parlano italiano e non gesticolano e si mettono in fila per tre.
Se a Siena un po di banchieri rubano, se a Parma fregano i consumatori con la Parmalat, be .. si … ma comunque sono persone civili.
Ed invece quell’ambulante napoletano, tutto sporco, che vende verdura sul suo carretto, che non ha i modi raffinati, che non fa lo scontrino, che sbarca il lunario con moglie e figli sulle spalle….. quello si che è un delinquente, evasore !
Qui al sud, gli extracomunitari, non sono stati cacciati dai semafori. Continuano a chiedere l’elemosina o a tentare di pulire i vetri. Molti si arrabbiano, ma tanti si fermano gli danno qualche moneta e magari gli fanno anche un sorriso . Si chiama tolleranza per il più debole. Al nord non c’è !
Viva Saviano ? non sarei tanti d’accordo . Ne avevamo bisogno ? ha forse fatto arrestare qualche delinquente ? non mi risulta.
Saviano ha raccontato Scampia e ci ha fatto i soldi: bene dopo tale bella pubblicità tutti pensano che a Scampia ci sono solo delinquenti. Ed invece ci sono anche tante persone per bene, (uno è un ingegnere mio ex collega) che non possono permettersi una casa in centro.
Si ma Saviano ha sollevato il problema ! bene ma tu napoletano del nord chiediti se ha contribuito a migliorare Napoli o se non ha fatto più danni. Gli abitanti onesti di Scampia, e ce ne sono, si sono opposti alla riedizione del noto film: hanno fatto bene ! hanno tappezzato la città di cartelli di protesta. Tu Franco da li non li vedi !
Ma Napoli è famosa per la spazzature, per Scampia, per i bus che si fermano. Mentre Milano non è mai associata a Quarto Oggiaro. Tutta qui la differenza.
Ma c’è, caro Franco, una Napoli che io ho conosciuto fatta di tanta gente per bene che si da da fare e lavora e non merita certo di essere continuamente associata al malaffare. Certo quelle persone non fanno notizia.
L’amico Alfredo fa un esempio sui popoli dell’entroterra della Calabria e ne trae delle conclusioni per Napoli. Ma anche i contadini della bergamasca (alcuni abbastanza ignoranti – da cui attinge la lega) stanno bene dove si trovano, perché dovrebbero spostarsi ? Quelli non si devono emancipare ?
Ma Alfredo che,a quanto mi par di capire, non è mai stato a Napoli, avrà sicuramente di Napoli una pessima immagine, visto che si continua a parlarne male, sopratutto dai napoletani del nord. E non sa che, al contrario di Milano che è abbastanza omogenea, Napoli ha quartieri eleganti pieni di bella gente e quartieri popolari e sub-popolari ove si annida anche il malaffare.
Fortunatamente tanta gente è venuta qui ed è andata via entusiasta di una città magnifica, piena di storia e di opere d’arte, pur con le sue tante difficoltà.
Napoli non si segue da lontano… la si vive
E in questo credo anch’io …
In Calabria, dova vado a fare le ferie da oltre 35 anni, conosco un professore studioso di storia, in particolare di arte e storia calabrese, al quale una volta feci una domanda: come mai gli abitanti delle città di costa della Calabria (Amantea, Falerna, Tropea ecc) affacciate sul Tirreno, ma probabilmente anche sullo Ionio, sono più dediti all’agricoltura, all’allevamento, più legati alla terra piuttosto che alla pesca, poco attratti dal mare come attività. Mi rispose che nei secoli precedenti il terrore per l’invasore Turco e Saraceno li allontanarono dal mare, infatti le cittadine di costa di solito sono più recenti delle cittadine più antiche, sedi del centro storico, costruite più verso le montagne, a una decina di chilometri, considerate più sicure, più difendibili dagli attacchi. Sappiamo che la cittadina di mare di solito porta il nome della città originaria con l’aggiunta della parola …Marina (Nocera Terinese – Marina di Nocera Terinese). Come motivo storico mi è sembrato plausibile, quello che mi chiedo è questo: ma dopo tutte queste centinaia di anni, la paura dei Turchi sarà passata? E’ evidente che l’influenza della storia è molto duratura e ci vuole tantissimo tempo e grandi energie di generazioni per togliere una “mentalità prevalente”, che ha avuto origini importanti ma che ora non più giustificate, perchè i tempi sono cambiati e le esigenze della collettività sono ben altre. Non conoscendo Napoli non posso affermarlo, ma penso che anche li siano necessari molti anni e molte energie da parte delle nuove generazioni per effettuare il cambiamento auspicato. Nessun governatore può magicamente attuarlo, ma una buona politica lo può favorire, a patto che incominci dalle coscienze di tutti i cittadini, questo concetto è valido da Nord a Sud, in tutta la nostra bellissima Italia.
un ritorno al passato con fattorino e conducente non sarebbe male. Aumenterebbero i posti di lavoro e gli incassi perchè cosi non sfuggirebbe nessuno. oppure come in molti paesi esteri un solo ingresso davanti al conducente che funge anche da bigliettaio. poi un direttore , niente consigli di amministrazione e aziende partecipate. bilanci separati e responsabilità chiare.
Ovviamente sono questi i Masaniello nuovi cui accennavo: non avrei pensato a rivoluzioni e violenze fisiche, ma rivoluzioni culturali sicuramente si … La mia lontananza da Napoli, Carlo, è solo fisica: ti assicuro che seguo giorno dopo giorno, se non ora dopo ora, le varie situazioni. E forse la lontananza aiuta a vedere meglio certe cose. Solo quando il pulcino esce dal guscio si accorge che c’è un mondo da scoprire e da vivere nel bene e nel male … Comunque, non mi sembra che la “pazienza” dei napoletani sia così grande di fronte a certi problemi di vivibilità quotidiana della città e quindi, senza fare di tutta l’erba un fascio, è forse lo spirito “rinunciatario” a far accettare problemi enormi. E allora viva i Saviano, i don Luigi Merola etc etc …
Napoli non ha bisogno di masanielli, ma di gente seria e preparata che possa portare pian piano, la città, agli standard europei
Ma di che parli ? Cosa c’entra Masaniello (la cui storia conosco senza l’ausilio di enciclopedie varie). Forse non e chiaro a chi vive lontano da Napoli da oltre trent’anni. La maggior parte dei napoletani sono diversi dallo stereotipo che ricordi tu.
Ricorda che masaniello era un povero incolto trovatosi per caso a capo di una rivolta popolare, fu ingannato dal regime di allora, investito di poteri pubblici , in modo da fargli voltare contro la sua base, e poi posto a morte, affogando così, nel sangue , ogni tentativo di ribellione: ma stiamo parlando del feudalesimo del settecento. Che c’entra !
Lo spero, Carlo. Ma a volte penso che Masaniello non torna più …
Da Wikipedia: Tommaso Aniello d’Amalfi, meglio conosciuto come Masaniello[1] (Napoli, 29 giugno 1620 – Napoli, 16 luglio 1647), fu il principale protagonista della rivolta napoletana che vide, dal 7 al 16 luglio 1647, la popolazione civile della città insorgere contro la pressione fiscale imposta dal governo vicereale spagnolo. Nella vita di questo personaggio non è sempre facile distinguere gli avvenimenti realmente accaduti da quelli elaborati dal mito. ….
la frase della Cibrario, a mio avviso, non riassume tutto; presa a se stante, da invece l’impressione, a chi non conosce Napoli ed i napoletani vecchi e nuovi, che essi siano fermi nel tempo ancorati alla ricerca del santo protettore dell’evento che cada dal cielo.
Non è così, per la maggior parte del popolo napoletano colto ed istruito, ancora oggi e più di ieri, costretto ad emigrare alla ricerca di una vita normale.
Concordo. E la frase che ho riportato da Lo Scurnuso riassume tutto …
De Magistris, che ripeto, nulla c’entra con il trasporto pubblico a Napoli, non ha più quel consenso generale che ha avuto all’inizio del suo mandato. Molti napoletani hanno pensato che ‘arriva De Magistris e si risolvono immediatamente gli atavici problemi di Napoli’. Non è ovviamente così. Certo, la chiusura al traffico di tutto il lungomare, da Santa Lucia fino a Mergellina ha ridato a quello spazio una dimensione umana. Come pure la chiusura di via Duomo davanti alla cattedrale. Ed il miglioramento della piazza Garibaldi. Si è visto un po di turismo rispetto ai tempi passati. In alcuni quartieri non c’è ancora la differenziata porta a porta, ma pare che non ci siano i soldi per farla, come pure alcune strade sono piene di buche, ma anche li mancano i soldi. Poteva fare di più in qiesto primo anno : certamente. Ma io credo che ha dovuto lottare con uffici e funzionari comunali arroccati nelle proprie posizioni e nei propri privilegi. Ed immagino che non sia facile gestire una macchina di quel tipo modificandola nel giro di poco tempo: occorre un cambiamento culturale che taluni napoletani stentano ad attuare. Infatti chi deve fare di più è anche quella fetta di napoletani che disfano quel poco che viene fatto, che non rispettano regole e cosa pubblica. Per fare un’esempio, basta passare per la rotonda sulla residenziale, all’altezza del cimitero, per vedere un’aiuola, con una bell’ancora al centro, da poco costruita, piena di …. immondizie: non si può mettere un netturbino dietro ad ogni incivile che passa: e sono ancora tanti. Ma gli esempi sono tanti. Il napoletano vorrebbe un vigile ad ogni angolo di strada, un netturbino dietro ogni incivile, dimenticando che quella gente, talvolta rischia la vita in una città che fa dell’indisciplina il suo credo giornaliero. Napoli ha mille problemi ed in particolare un deficit che viene da lontano. Pensare di dare la colpa all’ultimo sindaco, quando il sindaco precedente Iervolino ed altri hanno contribuito a rovinare ancor di più la città, non risponde allo stato di fatto.
Sembra che non ci sia mai fine al peggio …
De magistris si è rivelato un bluff. Mi ero riservato il giudizio ed ho aspettato un anno. Ma è solo un fanfarone megalomane. Aveva promesso le piste ciclabili e ha disegnato le biciclette per terra per tutta la città. Basta questo
da Facebook, MI PIACE: Anna Cavallina, Angela
Il trasporto pubblico dipende dalla regione e non certo dal comune. Al di la di eventuali sperperi e di evasioni fiscali, che ci sono in tutte le regioni, ma sopratutto in quelle più ricche, in Campania, regione a scarsa industrializzazione, le tasse incamerate e trasferite dallo stato non sono sufficienti a far fronte ai servizi necessari. Se poi pensiamo che alcune tasse, corrisposte dalle società, risultano in capo alle regioni ove sono ubicate le sedi legali delle stesse (un esempio per tutte: Telecom paga a Milano ove ha la sede legale, ma ha impianti e sedi ovunque) abbiamo uno spaccato di quello che è oggi l’Italia dell’ineguaglianza sociale !
Le interviste di ieri sera al telegiornale, di cittadini che commentavano la forte carenza di mezzi pubblici, mettono in evidenza la capacità di speranza, questa positività che permette di credere fino all’ultimo che la situazione possa risolversi e trasformare il disagio eccezionale in disagio normale. Nessuno parla del passo ulteriore, cioè di risolvere definitivamente il problema ed eliminare il disagio. Sarà rassegnazione di chi da sempre convive con questo ed altri tipi di problemi?