Addio, Marcello… Grazie.

A 60 anni, ci ha lasciati ieri Marcello d’Orta, maestro campano, impegnato socialmente e autore di “Io speriamo che me la cavo” e tanti altri libri sui bambini e sui problemi dei quartieri periferici di Napoli, facendomi sorridere e riflettere sulla mia terra. Grazie.

- foto da internet -

Aveva scritto una lettera, un anno fa, sulla sua malattia, imputando la probabile colpa alla monnezza.

http://www.napospia.it/28879_la-lettera-di-marcello-dorta-se-ho-il-cancro-e-colpa-della-monnezza.html

E io penso … Emergenza rifiuti: questa è un’ulteriore conferma che fino ad ora contava il business … Ora tutti sanno. E c’è la paura, dopo il piacere …

Alla fine della sua lettera, poi, Marcello mi ha regalato una frase che è un po’ il mio credo da tanti anni: “ … il male è duro da combattere (…). Ma la scrittura è la mia vita. Quella che l’anno scorso stava per lasciarmi. Basterà? Credo di sì. Perché per la malattia fisica possono, quando possono, qualcosa i medicinali. Per il male dell’anima la scrittura può essere un ottimo farmaco”.

2 pensieri su “Addio, Marcello… Grazie.

  1. @Alfredo: … e meno male che cominciamo a vedere cortei di protesta. Ora viene fuori il coraggio che, molto probabilmente, veniva represso da chi ha fatto affari d’oro … sporco.

  2. Probabilmente è emersa solamente la punta dell’iceberg, i rifiuti tossici sotterrati nei territori campani, immensi prati sotto i quali si nasconde veleno capace di agire subdolamente attraverso le colture, l’acqua, l’erba, i pollini stessi, l’aria e causare l’eccesso di malattie tumorali che sono diagnosticate nella zona, peraltro molto vasta. Di misteri di questo tipo ne salteranno fuori ancora e ancora, prima o poi e le persone più innocenti, quelle che coltivano nel loro orticello la verdura fresca per mangiare più genuino, mangiano le uova fatte dalla loro gallina che razzola nei prati, coloro che vedono dalle loro finestre il verde dei prati, saranno inspiegabilmente quelli più colpiti dalla micidiale malattia che non conosce l’età delle proprie vittime, prima di farle morire. E Marcello lo aveva capito e lo aveva denunciato. Peccato che chi doveva agire, forse, era un ingranaggio della camorra.

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