Pubblicata oggi su QuiArese:
29 gennaio 2015 – Leggendo qua e la sia su QuiArese che sui social che ruotano intorno alla nostra Città, non può sfuggire il momento critico che stiamo attraversando. Tra progetti contestati sulla viabilità, lavori per Expo 2015 che stanno tagliando i ponti tutti intorno a noi, il traffico che ci sta attanagliando giorno dopo giorno, costringendoci a fare lunghe file sulla Varesina nei due sensi, alle rotatorie e ai semafori, a Mazzo e Terrazzano, assistiamo a discussioni che vengono postate sui siti che, a volte, rasentano il limite dell’offesa. Non eravamo abituati a ciò. La storia delle civiltà ci insegna che c’è sempre stato chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, ma noi riteniamo che i confronti devono essere civili. Il dibattito è segno di democrazia e di crescita quando segue le regole del rispetto.
Diciamo la verità: fino a qualche tempo fa, noi aresini non sapevamo cosa fosse rimanere bloccati in un parcheggio di un supermercato per sovraccarico degli sbocchi stradali, né dovevamo inventarci, in ogni giorno di pendolarismo, un percorso diverso che ci permettesse di raggiungere luoghi di lavoro o ritorni a casa senza stress aggiuntivo. Senza fare i conti con le spese legate a giri sempre più a spirali tortuose… Ci vantavamo con i nostri amici di aver scelto di vivere in una località, vicina alla grande Città (e ai suoi teatri, musei, negozi, locali, monumenti…) che ci permettesse di godere di quiete, di verde e di serenità mentale. Oggi è difficile anche percorrere le strade interne aresine, che sono diventate percorsi di guerra: nessuno sembra controllare i ripristini della sede stradale quando finiscono i lavori per i vari servizi di edifici in costruzione, di manutenzione fognaria o di forniture di gas, elettricità o telecomunicazioni. Abbiamo avuto tanta pazienza perché avevamo fatto il “pieno” di tranquillità e soddisfazione di vivibilità, ma negli ultimi tempi, attenuate anche le onde degli “I love” e dei “Je suis”, gli sfoghi sui social sono sempre più di rabbia e, purtroppo, arrivano a scontri personali. Non va bene, riteniamo: i problemi ci sono e vanno affrontati con trasparenza e comunicazione, con coinvolgimento civile ed educato, con l’apporto di suggerimenti e proposte a fronte di un conseguente esame sulle fattibilità.
Leggiamo pure del ritorno di furti negli appartamenti anche in orari di punta: l’esempio da raccogliere è quello di chi ha chiamato le forze dell’ordine. Queste emergenze si affrontano insieme, aiutandosi a vicenda, aumentando l’attenzione senza fare discriminazioni a priori. Questo “Più o Meno” è uno sfogo, è vero, ma anche un invito a non perdere la calma e a mantenere, nei confini dell’integrazione e della convivenza, la voglia comune di mantenere la nostra Città un po’ al di sopra dello standard delle periferie delle metropoli. Col bel tempo, andando in giro, ho rivissuto l’evoluzione Aresina in pochi minuti e, vedi foto 1, sono passato per l’Arese dalle tante facce: da quella agricola (A), a quella industriale e poi del terziario (B), a quella dal futuro commerciale (C), senza evitare di notare gli sprechi (D). Evoluzione con pregi e difetti, intorno a noi. E poi, in un angolo di fronte all’ex Alfa Romeo, foto 2, un gregge di pecore al pascolo e la domanda suggerita da un mio caro amico: “Questa è involuzione industriale?”. Dite voi, Più o Meno…
Francesco Gentile Questo articolo può essere commentato sulla pagina Facebook di QuiAreseFoto 1 Foto 2
Ti capisco e infatti avevo voluto aggiornarti. E’ apprezzabile, invece, che pur non essendo aresino, tu riesca a dare il tuo parere su certe questioni che, partendo da qui possono poi interessare anche altre località.
Certamente, quando l’argomento è Arese io rimango su considerazioni di carattere generale, applicabili un po’ su tutte le realtà d’Italia. Ovviamente non posso entrare nei particolari in quanto non li conosco. Non conosco neppure le vicende relative ad altri interlocutori dei quali non riesco a comprenderne i fatti che hanno generato il discorso che portano avanti. Posso però percepire qualche disagio derivante dalla difficoltà di instaurare dibattiti che permettano ad ognuno di esprimersi in modo chiaro e completo. Tipico di questi battibecchi è il sospendere l’analisi dei fatti per passare sul personale, cosa che assolutamente non dovrebbe essere fatta. Sono quindi d’accordo con chi dice che tutto si può dire, con la dovuta educazione, di ciò che riguarda i fatti, evitando di dare giudizi sulla/sulle persone.
da Facebook QuiArese, Stefano Madella: Ha ragione Francine, mi sono vergognato per lei (terza persona) quando un assessore mi ha insultato, non per le mie idee, ma personalmente arrivando a dire che sono in malafede, qualsiasi cosa intendesse dire, e sostenendo che mio padre, ma presuppongo anche mia madre non sono riusciti ad educarmi.
Credo che lo scontro, se di scontro di può parlare, debba limitarsi ai fatti, rispondendo a tono e circostanziando anche allo sfinimento ogni concetto. Ma mai offendendo gratuitamente
Se si sente la necessità di dare del bugiardo ad una persona è fondamentale evidenziare i temi. Altrimenti è troppo facile terminare una discussione che non si riesce a sostenere dando, ad esempio, del coglione all’interlocutore e poi bannandolo per non dovergli rispondere.
da Facebook QuiArese, Francine Reculez: Io vedo attacchi senza precedenti. Un clima avvelenato per colpa di 2 o 3 persone, non di più. Una cosa che ogni tanto mi fa vergognare per loro.
Va tutto bene, Gianni, si vorrebbe solo un po’ di attenzione, trasparenza e fare le cose con intelligenza …
In linea generale, sono d’accordo, Alfredo. L’unica nota che volevo evidenziare perché non scritto chiaramente nell’articolo dedicato agli aresini e che tu non potevi riconoscere, è che il più grande Centro Commerciale d’Europa sta nascendo sull’area della gloriosa ex Alfa Romeo che ritengo sia stata distrutta dalla FIAT e dagli aiuti di Stato. Quando venni ad abitare ad Arese, nel 1978, i lavoratori impiegati all’Alfa erano 16 mila, oggi sono un centinaio e si devono ancora trasferire … Da qui nasce la tristezza degli aresini e il timore che il Centro possa portare tantissimo traffico e inquinamento …
da voi in questo momento c’è ricchezza ed investimenti e quindi inevitabili complicazioni. qui è immobilismo assoluto
I corsi e ricorsi storici possono essere individuati, se guardati più da vicino, come evoluzioni o involuzioni. Costruire un complesso industriale in un’area deserta può essere considerata evoluzione, poiché crea posti di lavoro, quindi ricchezza alle famiglie e quindi denaro che circola. Lo stesso complesso costruito in una bella area verde, peggio ancora se adibita a coltivazioni o utilizzata a scopi turistici e culturali sarebbe assolutamente involuzione. Evoluzione quindi per cosa ben fatta e prospettive di sviluppo, involuzione per scelte sbagliate e prospettive di distruzione di risorse pregiate. Tutto ciò nei riguardi della collettività. Il bel gregge di pecore e il campo ordinato e coltivato rappresentano i fattori che il progresso ha dimenticato di considerare per lo sviluppo futuro, ciò che determina l’origine dell’uomo: agricoltore e pastore, senza dimenticare le altre professioni delle quali quasi ci siamo dimenticati l’esistenza, le professioni artigiane, ricche di tradizioni e di manualità,oltre che di genio, tramandate dai secoli e che ora rischiano l’oblìo. Compito molto arduo quello degli amministratori locali, creare infrastrutture e viabilità per EXPO e non sprecare risorse pregiate che arricchiscono il territorio. Non si devono ripetere errori che hanno, in passato, deturpato molte delle bellissime aree geografiche naturali di cui l’Italia dispone. Forse è come il mostro che chiedeva centinaia di vittime all’anno per concedere agli uomini di vivere in agiatezza, di vivere più comodamente, di ridurre le fatiche …se fosse successo oggi ci saremmo scandalizzati e forse avremmo rifiutato sdegnosamente…. eppure, a suo tempo, abbiamo accettato e ancora oggi continuiamo a pagare tranquillamente il tributo in vite umane a quel mostro….l’automobile.
da Facebook QuiArese, MI PIACE: Aurelio Civalleri, Joe Grassi, Stefano Corniani, Lorenzo Boccalatte, Massimiliano Seregni, Luigi Muratori