Beata ignoranza con caduta al buio

“Beata ignoranza”, come la maggior parte dei film italiani usciti negli ultimi anni, ha avuto contributi dal Ministero perché di interesse culturale, ma a mio parere, spesso non riesco a vedere questa mia crescita culturale nel guardare certe storie. Mi sono divertito a tratti, devo ammetterlo e forse ero ben disposto essendo ieri sera la chiusura del Carnevale Ambrosiano e dopo aver gustato un ottimo piatto di spaghetti ai gamberoni, ma la storia di questo film è proprio basata su vicende elementari, messe insieme in maniera caotica e spesso sembrava non sapere come arrivare a una conclusione che già avevo intravisto dall’inizio … Non ricordo se ci fosse una colonna sonora. Marco Giallini è un bravo attore e fornisce molti spunti al suo personaggio, Alessandro Gassman è un bravo attore messo in abiti sbagliati e indossati con grandi sforzi. L’intento iniziale della storia poteva essere interessante, mettendo a confronto due mentalità, due caratteri e due modi di affrontare le nuove tecnologie e i mezzi di comunicazione “social” che ci vedono sempre più coinvolti nell’uso e sempre più soli, ma questo film non si avvicina minimamente alla novità sconvolgente che ci presentò sullo stesso tema “Perfetti sconosciuti”. Sono uscito senza aver trovato una giusta dritta sulla convivenza con gli smartphone e anche vittima della mia ignoranza di prestare attenzione al buio completo di un’istante in sala, proprio mentre, rientrato dalla toilette, mettevo i piedi per scendere gli scalini nel vuoto e ne saltavo tre in un sol colpo, rovinando pesantemente tra mia moglie e le poltrone della fila precedente. Due spettatori, molto social, mi hanno aiutato a rialzarmi e ho visto il secondo tempo tra gonfiori e dolori in punti vari e visione più severa di una storia confusionaria. Forse è stato uno scherzo di Carnevale.

locandina da internet

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