Questo film, tanto atteso nelle sale, suscita curiosità per un parallelismo inverso tra una storia vera della seconda guerra mondiale e l’attuale storia sociale del nostro Paese. Il Comandante di un sottomarino salva nemici naufraghi di una nave da lui affondata, contro le regole militari e politiche perché un marinaio, che è un uomo, non lascia morire in acqua altri uomini pur essendo su fronti diversi. In lui prevale l’altruismo, il tendere la mano a chi soffre, a chi “tiene famiglia”, a chi esegue ordini di quelli che per sete di potere non pongono limiti. Il Comandante Todaro sceglie gli affetti e non dimentica di essere “italiano” ovvero patriota si, fascista no perché lui segue solo le regole del mare, sicuramente è un uomo di cuore. Il film di De Angelis è ben fatto per struttura storica, fotografia, effetti, colonna sonora impreziosita da emozionanti canzoni d’epoca, attori ben scelti, con un Favino sempre in crescita, e alcune frasi “forti” e attuali come quando il marinaio morente dice che la guerra è fatta di macchine, la pace è fatta di macchine e il futuro sarà di macchine … E qui la domanda: oggi l’italiano è come quello del pluridecorato Comandante o è chiuso nell’ egoismo, indifferenza e falsi obiettivi sociali?