11 febbraio 2015 - n. 309 - Disegnato a mano al PC. per ingrandire, cliccare sull'immagine.
2 pensieri su “Come si legge la Legge?”
Cosa intendiamo ai giorni nostri quando parliamo di giustizia? E’ questo che si chiede il milanapoletano, perplesso davanti ad alcuni avvenimenti e ad alcune sentenze. E’ giustizia oppure capacità di fare slalom giganti attorno a troppe leggi e troppe circostanze che insinuano dubbi sulla psiche dell’accusato. Capita così che la momentanea incapacità di intendere e di volere, che duri un minuto o un’ora, diventa la vera responsabile del reato, del delitto o dell’atto criminoso, sganciata dal reo, dall’omicida. Di questo passo tutti possono essere innocenti, anche se in una mattinata hanno ammazzato tre persone con un piccone, perchè i quei momenti non erano in se. Pare che il numero di coltellate non sia considerato crudeltà, una oppure trentacinque è la stessa cosa? Si sfiora il ridicolo, per essere crudeli occorre provare che mentre infliggevi la coltellata avevi un ghigno malefico sulla faccia? E quanti passeggeri dovevano morire affinchè venisse configurata una colpa maggiore? Quel tragitto nei pressi dell’isola del Giglio era di prassi da parte delle grandi navi di crociera, eppure prima nessuna aveva avuto quel finale tragico, affondando con la chiglia sfondata da uno scoglio, forse, forse quel tragitto, quella volta, è stato fatto senza attenzione, questo ha causato la catastrofe, paura, danni, morte, eventi trasformatisi poi in una quantificazione degli indennizzi. E le tragedie dei migranti? Con le imbarcazioni utilizzate il miracolo è quando giungono indenni a destinazione! Il problema enorme è che stiamo parlando di povere persone, di esseri umani disperati che i loro governi considerano meno di zero, che l’Europa finge di non vedere e non sapere, che solo un gruppo di persone di buona volontà cerca di salvare, con pochi mezzi, con il cattivo tempo e il mare grosso, una lotta impari destinata si a salvataggi ma anche a tanti fallimenti.
Cosa intendiamo ai giorni nostri quando parliamo di giustizia? E’ questo che si chiede il milanapoletano, perplesso davanti ad alcuni avvenimenti e ad alcune sentenze. E’ giustizia oppure capacità di fare slalom giganti attorno a troppe leggi e troppe circostanze che insinuano dubbi sulla psiche dell’accusato. Capita così che la momentanea incapacità di intendere e di volere, che duri un minuto o un’ora, diventa la vera responsabile del reato, del delitto o dell’atto criminoso, sganciata dal reo, dall’omicida. Di questo passo tutti possono essere innocenti, anche se in una mattinata hanno ammazzato tre persone con un piccone, perchè i quei momenti non erano in se. Pare che il numero di coltellate non sia considerato crudeltà, una oppure trentacinque è la stessa cosa? Si sfiora il ridicolo, per essere crudeli occorre provare che mentre infliggevi la coltellata avevi un ghigno malefico sulla faccia? E quanti passeggeri dovevano morire affinchè venisse configurata una colpa maggiore? Quel tragitto nei pressi dell’isola del Giglio era di prassi da parte delle grandi navi di crociera, eppure prima nessuna aveva avuto quel finale tragico, affondando con la chiglia sfondata da uno scoglio, forse, forse quel tragitto, quella volta, è stato fatto senza attenzione, questo ha causato la catastrofe, paura, danni, morte, eventi trasformatisi poi in una quantificazione degli indennizzi. E le tragedie dei migranti? Con le imbarcazioni utilizzate il miracolo è quando giungono indenni a destinazione! Il problema enorme è che stiamo parlando di povere persone, di esseri umani disperati che i loro governi considerano meno di zero, che l’Europa finge di non vedere e non sapere, che solo un gruppo di persone di buona volontà cerca di salvare, con pochi mezzi, con il cattivo tempo e il mare grosso, una lotta impari destinata si a salvataggi ma anche a tanti fallimenti.
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