Da quando eri ragazzo, segui, quando la TV di Stato ce lo concede, il grandioso Concerto di Capodanno della Wiener Philarmoniker e vieni preso da profondi sentimenti sia dalla musica che dalle immagini … Aspetti il finale con la trionfale “Marcia di Radetsky” di Strauss padre, sulla quale tradizionalmente il i convenuti sono tenuti a battere le mani seguendo il ritmo incalzante scandito dal direttore, provocando in te un vortice di emozioni e ricordi degli anni passati, con persone care che ci sono o che non ci sono più, esplodendo nella speranza di un Nuovo Anno migliore del precedente …
Se vieni preso dall’irrefrenabile impulso di coinvolgere tua figlia lontana, facendole ascoltare la Marcia tramite il cellulare e componi quel numero che squilla a vuoto, una volta, due volte, tante volte fino a quando appaiono i titoli di coda e la musica zittisce, allora ti accorgi che sei sulla strada della solitudine e non aspetti neanche che possa squillare il tuo cellulare perché lei ha seguito la stessa trasmissione, senza separazione di spazi e pensieri, e ti dica: “Buon Anno, papà …” mentre per confortarti, tua moglie ti dice: “E’ normale .. è la vita … è inutile che ti commuovi …”. Lei ha capito tutto!
Tenero pensiero di un padre che ha nella sua mente l’immagine della figlia sempre bambina, sa bene che è già donna e che è in grado di gestire la propria vita in piena autonomia, eppure il “papàfiltro” che noi padri abbiamo sempre acceso ci distorce sempre la verità. Ma è tutto così tenero, non c’è da preoccuparsi, è normale.