Che fossi un “Pensionato da salvare” mi fu chiaro dal primo giorno che non ho più messo piede in Azienda.
Il lavoro ancora mi appassionava e non ne avrei fatto a meno. Sapevo che a casa avevo i miei confort, l’affetto della mia famiglia e del gatto nero e ciccione che ogni giorno mi aspettava all’ingresso del palazzo per strofinarsi sulle mie scarpe.
Basta: nessun amico in zona, nessun hobby di gruppo, zero iscrizioni a partiti o associazioni.
Trent’anni diviso tra pendolarismo, ufficio e casa. Senza pensare al … domani.
Sono quasi trascorsi quattro anni e poco o niente è cambiato, tranne che scendere tutte le mattine a comprare pane e latte. È stato proprio questo “onere”, la spinta a provare di far la spesa sempre più distante da casa, cambiando percorsi pedonali e negozi.
Il grande salto quando mi accorsi che camminare mi piaceva: il verde, la quiete, i colori del cambio delle stagioni e i profumi della terra e dei concimi. Veder crescere germogli sui rami non più gelati, i fiori, il granturco e poi di nuovo il cadere delle foglie, belle, grandi, giallo-rossastre …
Ho fatto tanti kilometri in questi anni, senza accorgermi, ma godendone, della mia solitudine.
Un altro grande mio hobby: scrivere, satiricamente, pungendo qua e là, osservando ciò che mi capita intorno, reagendo quando possibile alle ingiustizie e segnalando ai giornali, invocando o suggerendo soluzioni, sui tanti problemi, grandi e piccoli, quotidiani di un cittadino medio italiano.
Un cabaret scritto, un “CABWRITE”.
Ora, un treno ad alta velocità è entrato in un grande e buio tunnel: io sono il treno, l’alta velocità è la malattia che mi ha colpito, il tunnel è quello del nostro sistema sanitario e la burocrazia.
E allora? Nessuna voglia di annoiare i miei “amici-mail”, assidui del mio blog e fratelli facebookiani. Anzi …
Riprendo a scrivere e racconterò, insieme a vostri commenti e contributi, ciò che può capitare nella realtà del nostro strano Paese di nome Italia.
Complimenti ad Alfredo, il suo è il giusto modo per affrontare il cambiamento radicale dovuto al passaggio dal lavoro alla pensione. Occorre fare in modo da imitarlo, almeno in parte, sopratutto per quel che riguarda il volontariato, ma anche il coro deve essere una bella esperienza, peccato non avere una bella voce. Ma tu Franco, prova a cantare e se non ci riesci considera che Alfredo ti ha dato tanti spunti per impegnare proficuamente il tuo tempo. Forza, lascia stare i lamenti e datti da fare !
A tutti gli amici: leggete il bellissimo commento di Alfredo e troverete forti motivazioni nell’affrontare nuovi periodi della vita. E’ un esempio concreto da seguire da tutti quelli che stanno pensando su “cosa fare da grande”. Anche io ne farò tesoro … Ritengo comunque, a parità di vita vissuta, che ha grande importanza trascorrerla dove si è cresciuti, parenti e amici. Una tassa da pagare come “emigrante”. Poi dipende da abitudini e carattere e lì, nel mio caso, il tasto è delicato e apre nuove sinfonie.
Ci sono stati anni dove anch’io pensavo solo al lavoro e alla famiglia. Questo perchè il lavoro era importante, ero in carriera e bisognava dimostrare di essere all’altezza di una promozione, che poi è arrivata. Nella nuova posizione devi dimostrare che sai starci con autorevolezza, quindi ancora impegno. In famiglia altro impegno, due figli e nessuno che può essere d’aiuto, asilo nido, scuola materna, scuola a tempo pieno, nuoto, sci, ecc con la moglie ce l’abbiamo fatta. Quando i figli diventano grandi, universitari, al lavoro la posizione è stabile, è allora che occorre cercare tra le passioni covate da tutta la vita, quella o quelle a cui dedicarsi, quando ancora si lavora ma si comincia ad avere del tempo a disposizione. Ne ho provate diverse, con gradi di soddisfazione non sempre equivalenti a quello che immaginavo. Alla fine me ne sono rimaste tre o quattro, le attività che, insieme alla famiglia, riescono a darmi la consapevolezza di vivere pienamente il mio tempo di pensionato: il cane, amico fedele e eccezionale compagno di camminate, la Croce Rossa, grande esperienza sempre rinnovata, motivo di aggregazione e contatto con tutte le fasce generazionali, grandi lezioni di umanità, il coro, la gioia che può dare creare melodia con l’unione di tante voci, tra cui la tua, la pelle che si accappona quando percepisci che stai contribuendo a trasmettere un’emozione, i viaggi, con la moglie e altri cari, amici o parenti, per scoprire cose che non avevi mai visto e cose che ami rivedere. Vi sono poi altre attività che aiutano a integrare i periodi dell’anno dove si ha più tempo, il giardinaggio, le manutenzioni in casa, dare una mano ai figli, scrivere, ascoltare musica o meglio, tentare di suonare ancora la chitarra. Posso dire che nei primi quasi tre anni di pensione non mi sono mai ne annoiato ne ho rimpianto l’Azienda, ho solamente girato una pagina, sperando che ve ne siano ancora tante da girare. In tutto questo tempo grazie al cielo la salute è stata buona. Il tuo blog, caro Frank, è un veicolo di dialogo veramente formidabile, permette di scambiarci idee, punti di vista, considerazioni. Non può però sostituire il contatto umano, che è indispensabile anche e soprattutto per superare le asperità della vita, i momenti di crisi psicologiche e fisiche. E’ un po’ come la parola e l’azione, la parola è importante ma l’azione lo è di più.
Caro Carlo, per quanto riguarda la K, ti dico che sto cercando di modernizzarmi, anche se a me ricorda molto, ricordando chi ci governa, una K del passato: quella del Kossiga. E forse è attuale.
Hai inquadrato molto bene, conoscendola, la vita “milanese”, ma dipende anche dai singoli. Qui c’è gente che si diverte e si frequenta, anche al di sopra delle possibilità di economia. Conta l’apparire. Io no ho mai voluto apparire. Ho lavorato con amore, rifugiandomi nel nido della famiglia appena possibile. Non me ne pento, anche se rimane il fatto di ritrovarmi adesso solo per quasi tutta la giornata. Ma ci siete voi amici a farmi compagnia …
Grazie, Melina, per i bei pensieri … Nella categoria Il tunnel di questo blog, racconterò come vivere in questo Paese non aiuta ad affrontare serenamente i problemi. Osservandomi intorno mi accorgo che di furbi ce ne sono tanti, molti vivono nel lusso e si lamentano della crisi, altri pensano solo alla … gnocca! Che tristezza.
Difficile essere soli su di un treno, si è sempre accompagnati da altri viaggiatori, magari si può non avere voglia di parlare, o al contrario ci si appassiona a una discussione…si condividono esperienze…a volte si può scoprire la dove proprio non te lo aspettavi, in un compagno di viaggio qualsiasi, qualcosa che non ti aspettavi…di positivo…se il viaggio è lungo ci potrà essere noia o stanchezza…ma anche risorse interne inimmaginate…
Sei salito su questo treno non da fuggiasco, ma facendocene partecipi, sei una bella e grande persona, e come tale non sarai da solo,e non per quel poco che potremo fare noi, ma perchè hai in te tutto quello che occorre per affrontare questo viaggio, con dignità e serenità.
Per il tunnel poi…alla fine di ogni tunnel si intravede sempre la luce dell’uscita!
Ti abbraccio.
E’ molto grave vivere solo per lavorare come facevo anch’io quando ero a Milano: ma è la città che ti coinvolge in questo frenetico modo di vivere e pian piano non ti rendi più conto che esistono anche altre cose cui dare analoga, se non maggiore, importanza. Il lavoro è indubbiamente importante, ma farne l’unica ragione di vita è quantomai pericoloso, sopratutto quando cominci a pensare di essere indispensabile: nessuno è indispensabile, tutti possono essere sostituiti. Allora occorre vedere il lavoro come una attività che ti permette di vivere ed alla quale devi dedicare il giusto impegno senza esagerare senza voler a tutti i costi mirare sempre più in alto dimenticandosi di coltivare altri interessi.
Purtroppo Milano non aiuta, meglio sarebbe andare a vivere vicino al mare coltivando un sano ozio.
Comunque mi hai fatto ricredere: ritiro la mia domanda di pensione…… forse !
PS: reagisci. Vedo che scrivi Kilometri con la k, sei mica diventato un SMS-maniaco !
da Antonio Gagly: Aspettiamo i Tuoi commenti, Piano piano la Tua saggezza verrà a darti una mano e senza accorgetene sarai di nuovo in forma. Un saluto ed un abbraccio