Diciamolo: questo sabato ci siamo svegliati presto come al solito, ma con una pigrizia propria della primavera, per cui quando dovevamo decidere dove andare, per me è stato una mazzata sulla testa … Il fuori Salone a Milano, in questi giorni, offre tante occasioni da vivere e, considerata la nostra età e che dovevamo uscire di mattina e non di notte, abbiamo scelto, tra i tanti Musei “free” per l’occasione, di andare in un luogo di cui quasi non abbiamo mai sentito parlare: Palazzo Morando, nel quadrilatero della moda, in via sant’Andrea. Una scoperta incredibile: un antico palazzo nobiliare di origini cinquecentesche. Abitato da importanti famiglie nel corso dei secoli – Casati (fine XVI secolo-1713); Villa (1733-1845); De Cristoforis (1845-1877); Weill Schott (1877-1903) – giunge agli inizi del Novecento nelle mani dei Morando Bolognini, ultimi proprietari prima della donazione al Comune di Milano, voluta da Lydia Caprara Morando Bolognini nel 1945. Oggi è uno splendido Museo con arredi e quadri d’epoca (una bellissima collezione di dipinti che illustrano la Milano antica, ricca di Navigli e di monumenti che crescevano nel tempo, come il Duomo nel 1795 …), lavori di artisti come Inganni, Appiani … ma anche raccolte di costumi preziosi d’altri tempi … In occasione del Salone del Mobile, nel Palazzo abbiamo trovato anche l’esposizione di mobili dal design innovativo e sorprendente …
La passeggiata lungo via Montenapoleone ci ha portati in via Bagutta, la storica strada col ritrovo di pittori, scultori, dove c’era una mostra di Artisti a cielo aperto … con altre belle opere da vedere … Negozi eleganti con vetrine lussuose e persone di tutte le razze e di tutte le tasche anche in via della Spiga addobbata con fiori-palloni per l’occasione … Ci siamo chiesti: “Se di giorno una manifestazione come il Salone del Mobile offre tante distrazioni dalla routine quotidiana, cosa succede di sera nelle strade della movida? Ah … avere almeno 30 anni in meno!”.
In serata, abbiamo vissuto un sogno real-surreale, abbiamo visto una fiaba tinta di giallo e di significati profondi sui sentimenti d’amicizia, d’amore, di dolore, di problemi di immigrazione … Un film ben fatto, bella fotografia e colonna sonore, grandi attori … giustamente premiato dalla critica all’ultimo Festival di Berlino. Si esce dalla sala veramente contenti della scelta e se ne parla anche dopo, in pizzeria e in auto verso casa …
Anche quaranta anni di meno !