12 giugno 2017 n. 422 – Disegnato a mano al PC. Per ingrandire, cliccare sull’immagine
2 pensieri su “Giochi di parole …”
Bello il gioco di parole, interessante quello che è successo in seguito a quanto scaturito dalle elezioni amministrative. Il ringalluzimento di Berlusconi, che pensa di essere ancora il nuovo, Alfano che calcola un futuro riavvicinamento per ritornare nella coalizione, Salvini che si immagina un futuro prossimo alla guida di un esercito a compartimenti stagni. Nessuno che riconosce a Renzi la sua indiscussa leadership, da una sinistra che si sta autosmembrando, come ha sempre fatto, con l’unico scopo di essere vulnerabile, mentre potrebbe essere forte e determinante, una sinistra dove i vecchi vogliono ancora contare e non permettono a nessuno di alzare la cresta. Questo è però un difetto comune nella politica italiana governata ancora da Re Giorgio. La buffonata della legge elettorale, tanto ritenuta indispensabile, quanto abbandonata velocemente perché avrebbe danneggiato qualcuno. E le cinque stelle che fanno i conti con la realtà di un atteggiamento da zar di Grillo, piuttosto che operare con decisioni che vengono dal basso, dalla base, come sbandierato. Parabola ormai in discesa? Probabile che gli italiani non gradiscano gli scostamenti tra quanto viene detto e quanto viene fatto.
Da Facebook, MI PIACE: Angela, Giovanni Venditto, Renata Grano
Bello il gioco di parole, interessante quello che è successo in seguito a quanto scaturito dalle elezioni amministrative. Il ringalluzimento di Berlusconi, che pensa di essere ancora il nuovo, Alfano che calcola un futuro riavvicinamento per ritornare nella coalizione, Salvini che si immagina un futuro prossimo alla guida di un esercito a compartimenti stagni. Nessuno che riconosce a Renzi la sua indiscussa leadership, da una sinistra che si sta autosmembrando, come ha sempre fatto, con l’unico scopo di essere vulnerabile, mentre potrebbe essere forte e determinante, una sinistra dove i vecchi vogliono ancora contare e non permettono a nessuno di alzare la cresta. Questo è però un difetto comune nella politica italiana governata ancora da Re Giorgio. La buffonata della legge elettorale, tanto ritenuta indispensabile, quanto abbandonata velocemente perché avrebbe danneggiato qualcuno. E le cinque stelle che fanno i conti con la realtà di un atteggiamento da zar di Grillo, piuttosto che operare con decisioni che vengono dal basso, dalla base, come sbandierato. Parabola ormai in discesa? Probabile che gli italiani non gradiscano gli scostamenti tra quanto viene detto e quanto viene fatto.
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