Il Milanapoletano 17: ricominciare dal passato

I giochi son fatti e sulla scacchiera ne vedremo delle belle ancora per molto tempo. Il Presidente del Consiglio ha soddisfatto con i resti le proprie ambizioni. Fini si è autodistrutto come un petardo bagnato. Casini si inorgoglisce e spera nella sua leadership di un Paese in coma. È il momento che l’opposizione di centro sinistra si svegli. L’Italia dei Valori ha mostrato la faccia del non-valore di alcuni eletti da Di Pietro. Il Partito Democratico ha una sola scelta: capire che spesso il nuovo si trova in … soffitta. Andare a ritrovare qualche ideale della vecchia sinistra, che si adatti al Partito in cui ora ci sono anche cattolici, togliere tarli e un po’ di marciume di estremismi spinti, spolverare personaggi ancora validi e con forze e idee importanti, lucidare con un po’ di vernice Vendoliana, può far rimettere in buona posizione, nel salotto della politica, un Partito di opposizione vero e grande. Bersani ed i suoi non devono sdegnare quanto di costruttivo e moralmente valido può dare la parte moderata, evitando che passi qualche rigattiere di centro destra e porti via pezzi pregiati. Solo con attenzione e fedeltà negli impegni con gli elettori, l’opposizione attuale può riprendere colore e salute tale da battere quanto prima il potere dei personalismi, che governa a danno delle situazioni reali del Paese in cui viviamo e che amiamo.

- 15 dicembre 2010 -


4 pensieri su “Il Milanapoletano 17: ricominciare dal passato

  1. Hai ragione Frank, manca un leader veramente autorevole all’opposizione, che abbia il carisma necessario per mettere insieme correnti e correntine, torrenti e torrentelli, rigagnoli e rivetti. In passato ce n’era più di uno, oggi non si riesce a capire nemmeno le loro vere intenzioni, figuriamoci i programmi. Leggevo che in barba al bipolarismo oggi si contano decine e decine di partiti e partitini che, con un po’ di nastro adesivo e qualche graffetta si mettono più o meno insieme, prima ancora di sapere se vogliono le stesse cose e come prima cosa si preoccupano delle alleanze, del nome, del logo e forse, poi ….della nazione, di noi italiani. Da ragazzo la politica non mi attraeva, crescendo avvertivo antipatia per quei discorsi capziosi in cui tutti hanno ragione e tutti gli altri torto, a prescindere da ciò di cui si parla. Anche oggi che sono pensionato mi sento preso in giro dai politici allo stesso modo in cui mi sento preso in giro dalle pubblicità. Forse è inevitabile che ciò avvenga, siamo in un’era che sarà ricordata come bizzarra, strana, confusa, altalenante, dove si fanno cose sbagliate e non si riesce a trovare accordi per il bene del pianeta, del territorio, della popolazione.

  2. da Marianna: concordo in pieno…sono sconcertata anche se per niente sorpresa…era già tutto previsto…hai ragione, togliamo le ragnatele alla vecchia sinistra e prendiamo tutto quello che di buono è rimasto e in cui abbiamo creduto quando ancora ci facevano commuovere le bandiere rosse e ci esaltava l’idea della lotta di classe che ci avrebbe visti protagonisti del cambiamento del mondo…ah, quel Berlinguer, dove lo troviamo più!!!! … che angoscia martedì quando, inchiodata davanti al computer, seguivo in diretta la manifestazione e le scene di guerra sapendo che lì in mezzo c’erano i miei figli e i miei nipoti…che sollievo quando, finalmente, sono riusciti ad uscire indenni da quell’inferno!!!!!…nei loro occhi,nonostante tutto, vedo ancora la voglia di andare avanti…e sarà questo che permetterà a noi, ormai sfiduciati, di credere ancora in qualcosa..

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