Io credevo di non pensarci più
a vivere con qualche sorriso.
Io sapevo che i giorni passano
e portano sole o pioggia o sole ancora.
Io speravo che l’odore del mare
fosse solo un ricordo e il cielo e l’azzurro.
Io dicevo che le forme degli ulivi
e profumo di lavanda erano illusioni.
Io vedevo senza occhi curiosi
la bellezza di una donna.
Io sognavo prati verdi
e bimbi con gli aquiloni.
Io m’illudevo che coerenza
fosse vivere onestamente.
Io lottavo per lavoro concreto
senza piegarsi a compromessi.
Io volevo una famiglia infinita
senza affetti spezzati dal fato.
Io tendo la mano nel buio
e continuo a stringere nuvole.
E le nuvole vanno.
Arese, 23 luglio 2010