Pubblicata da QuiArese: 19 settembre 2012 – Riceviamo e pubblichiamo questo intervento del nostro Francesco Gentile. Per dirla alla sua maniera, l’evoluzione del linguaggio, anche di quello burocratico, è specchio dei tempi… Più o Meno!
Ho letto il manifesto del Comune di Arese che apre uno sportello per un “Fondo di sostegno all’affitto per famiglie con disagio economico acuto”. L’iniziativa è lodevole: fa capire che ad Arese non si pensa solo a come sfruttare l’area dell’ex Alfa Romeo, una questione che si trascina da anni, e fa dimenticare il fallimento delle ultime due elezioni amministrative che, per problemi giudiziari la prima e incapacità di gestione la seconda, hanno portato due commissari prefettizi al governo della città per la risoluzione di problemi anche urgenti, come l’apertura nei tempi previsti dell’anno scolastico per gli studenti della scuola all’amianto oppure alla complicata storia del centro sportivo.
Eppure, nonostante il Patto di stabilità che blocca le spese dei comuni anche virtuosi, questo Fondo può essere un segnale di speranza per molte famiglie, come le altre iniziative: il bando per aiutare le famiglie a conciliare gli impegni lavorativi con le esigenze di vita quotidiana (fino al 1 ottobre) oppure, è possibile partecipare al progetto per il reinserimento lavorativo di pensionati residenti ad Arese (bando aperto fino al 21 settembre). Arese, un esempio per altri Comuni. Una riflessione, però, è d’obbligo: a chi continuava a dire che non c’era crisi, il fatto che il Fondo sia per disagi economici “acuti” fa capire che anche la Pubblica Amministrazione adegua il suo linguaggio alla crisi: fino a qualche tempo fa, il fondo era chiamato semplicemente Fondo Sostegno Affitti (FSA) ma se si continua così in futuro avremo il Fondo per disagi economici “acuti e profondi” oppure “acuti e gravi” o anche “acuti e distruttivi”… E speriamo che abbia ragione chi dice che stiamo uscendo dal tunnel.
da Facebook, Carla Baldoni: Quest’anno le risorse statali ad integrazione del canone di locazione sono state azzerate con la Legge di Stabilità. Il fondo è costituito per il 40% da risorse comunali e per il 60% da quelle regionali. La soglia per poter fare domanda è talmente bassa che nemmeno un anziano con la pensione minima rientra nel parametro richiesto Isee-Fsa fino a euro 4.000,00……
Mi aspettavo qualche commento dagli amici del centro-sud anche per sapere se da quelle parti esistono simili iniziative o se hanno intenzione di proporle loro …
Iniziative lodevoli, pensate per aiutare i cittadini in seria difficoltà, nonostante che anche i Comuni non navighino nell’oro. Ogni problema risolto, ogni famiglia aiutata rappresenta un obiettivo raggiunto nel produrre buon governo. Occorre che anche le strutture centrali di governo, nazionale e regionali, notoriamente sprecone, si facciano carico di dirottare investimenti laddove ci sono gravi problemi da risolvere.
Da Facebook, Massimiliano Seregni: una precisazione: il fondo sostegno affitto, non rappresenta affatto una novità per il nostro comune. qui trovate quello relativo al 2011. ( http://www.comune.arese.mi.it/allegati/735%5EMicrosoft%20Word%20-%20All.%202%20Fsa%202011.pdf ). Tra l’altro, il fondo nazionale che la regione ha il compito di ripartire tra i comuni, ha subito quest’anno una forte diminuzione. Con la conseguenza di aver dovuto limitare gli interventi alle fasce più bisognose. (escludendo quest’anno soggetti che gli altri anni potevano godere di questo aiuto) da qui, se vogliamo,l’esigenza di chiamarlo non più Fondo sostegno affitto …. ma fondo per le famiglie con disagio economico acuto. In relazione al “progetto conciliazione impegni lavorativi” rappresenta un’iniziativa Asl. Infine, il bando per gli anziani, non è altro che il proseguimento dell’iniziativa deliberata dalla giunta nel 2007, rinnovo necessario per scadenza della graduatoria a suo tempo adottata. Con il taglio ai trasferimenti agli enti locali, il patto di stabilità, i trasferimento a Roma….. le casse comunali piangono…… ogni giorno sempre di più.
Da Gigino, via mail: MA CHI DICE CHE NON C’E’ CRISI ?
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