L’aquila della salvezza

La Lazio è prima in classifica. Ho letto che il Presidente Lotito ha introdotto il volo di un’aquila sullo stadio come portafortuna ed effettivamente le cose stanno andando bene. La crisi di squadra, che ha coinvolto anche il nostro Paese, adesso comincia a far sentire il suo peso che si abbatte sull’occupazione giovanile, sulla cassa integrazione e licenziamenti, sulla chiusura di fabbriche e ridimensionamenti aziendali. Nonostante le illusioni, l’Italia sta scendendo nella classifica dei Paesi Europei più sviluppati. Le promesse del Presidente su nuovi acquisti sono sempre rinviate e , forse solo oggi, avremo un Ministro per lo sviluppo economico. Il nostro Mister per l’Economia è il Mourinho del Vecchio Continente e allena con professionalità, ma spesso come novello Leonardo, è oppresso da richieste del Presidente che decide sulla difesa dell’evasione fiscale o sull’attacco alle tasse. Nella rosa ci sono giocatori non alti che promettono di andare con la testa a far goal nella Pubblica Amministrazione ma non ci arrivano oppure uomini duri, che spesso hanno irriverenze strane verso tutti, seguendo la moda Balotelli. È lecito, allora, pensare a un volo d’aquila sul Governo chepotrebbe portare qualche punto in più e riportarci ai primi posti?

(Foto da Corriere.it)

Pubblicato su Metro, tutte le edizioni – 5 ott 2010

3 pensieri su “L’aquila della salvezza

  1. Alfredo ha fatto un “quadro” preciso e chi ne fa parte, noi tutti, non dobbiamo solo guardare chi sta meglio, ma anche chi sta peggio … E’ il momento di darsi una mano …

  2. Prima o poi le cose devono migliorare, il popolo italiano sopporta anche dei sacrifici notevoli, purchè siano finalizzati e temporanei. Il guaio grosso è che una parte di sacrifici, quella minore, la stanno sopportando quasi tutti, dai ceti medi in giù e questo fa percepire una crisi tinte pastello, leggera anche se si vede, basta rinunciare ai lussi ed alle cose superflue. La crisi vera, quella a tinte forti, che opprime le famiglie e toglie anche la speranza, la vivono solo quei poveracci che perdono il lavoro, a volte marito e moglie in rapida successione, e che poi si rendono conto che nella nostra bella repubblica democratica fondata sul lavoro, proprio il lavoro è difficilissimo da trovare.

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