Molti amici mi chiedono come mai a Natale decido, spesso, di andare all’estero, quest’anno: Siviglia …
Una delle risposte ve la riporto qua sotto, ora che le “Feste” sono veramente finite o, meglio, sono finite le abbuffate, le corse ai regali, il drogaggio da media e pubblicità, le prediche delle Chiese e i messaggi dei politici … Si torna alla “normalità”, più o meno piatta, ma col vantaggio di non sottoporci a stress più o meno attesi, a incontri più o meno desiderati, a comportamenti più o meno voluti …
Ricordo quando ero bambino quante volte mi si diceva “Devi fare il buono, se no Babbo Natale non ti porta i regali” oppure “Se non studi, la Befana ti porta il carbone” … Ma perché? Negli altri periodi dell’anno un bambino può fare il cattivo o non studiare? Tradizioni: “Alla vigilia dobbiamo fare ‘o baccalà fritto” o “Non te scurdà ‘a ‘nsalata ‘e rinforzo!” e anche “Non deve mancare ‘o spaghetto cu ‘ ‘e vongole verace”. Ma perché? Il baccalà, ‘o capitone, i cavolfiori con le papaccelle forti, capperi, olive, acciuga salata non si trovano più durante l’anno? E le vongole vengono solo raccolte sotto l’Albero di Natale o nel Presepio? Già … da non dimenticare il dibattito in casa, fin da novembre, per decidere se fare il presepe nello stesso angolo dell’anno scorso o su un mobile, se farlo grande o più piccolo, se in stile napoletano o palestinese o, addirittura, moderno a sfondo satirico o sociale … E, poi, l’abete deve essere fresco o finto? E via alla guerra tra i componenti della famiglia a favore della tradizione realistica e quelli che tengono alla salvaguardia dell’ambiente, tra chi non vuole aghi sparsi per la casa e chi vuole montare e smontare il tutto in dieci minuti … Non si discute più se fare solo il presepe o solo l’albero: i due simboli sono obbligatori perché uno rappresenta figurativamente la nascita del Bambinello con l’augurio dell’arrivo della speranza di pace e amore e l’altro rappresenta il lusso, il consumismo e l’augurio di arrivo di soldi e benessere…
Se la mente per giorni e giorni deve combattere con mille domande e trovare mille risposte, se il portafogli si gonfia e si sgonfia come un palloncino, il vero martire di questo periodo è il fisico. Fin dai giorni precedenti gli incontri conviviali, il palato subisce supplizi girando per negozi di alimentari e supermercati e ci si ingrassa solo guardando i prodotti esposti tra mille colori e mille profumi. Il disgusto comincia a penetrare attraverso l’olfatto quando dalla cucina si diffondono per tutta la casa gli odori di cavoli e verdure cotte per la minestra maritata, quello del fritto di capitone o del baccalà bollito per essere condito con olio, limone, olive e prezzemolino o quello del brodo di gallina che trasporta nell’aria la densità del grasso … Quando arriva il momento della “degustazione”, si è già inebriati, se non demoliti, dai preliminari e dalla “colazione” della Vigilia fatta di pizze fritte, pizza con la scarola, peperoni imbottiti, insalata e primo approccio alla frutta secca … La sera ci si siede a tavola “pecché è tradizione” e “avimmo ‘a stà tutte insieme…”. Perché? Negli altri periodi dell’anno, per genitori, figli, parenti e amici, è meglio far finta di non conoscersi? Si incamerano megacalorie che non vengono intaccate nemmeno dall’agitazione, ben recitata e spesso veramente pallosa, del gioco a Tombola alla disperata attesa del numero liberatorio che faccia fare bingo a qualcuno … Ma perché la si gioca solo a Natale? Chi ne ha vietato, come gioco d’azzardo, l’uso il 1° Maggio o a Ferragosto? Poi, si aspetta con frenesia la mezzanotte per compiere il rito di mettere il Neonato sul pagliaio tra la Madonna e san Giuseppe, cantando “Tu scendi dalle stelle” e dando evidenza a chi, normalmente stonato, ha pure la forza di emettere suoni vocali all’aroma di vino buono e limoncello …
Segue l’apertura dei pacchetti che è un’operazione che eccita le donne, incanta i bambini e fa incavolare noi uomini che siamo proprio imbranati nello sciogliere fiocchi e nodi. Perché le commesse dei negozi vengono costrette a mettere i nastrini multicolori dopo aver sigillato le confezioni con 12 metri di nastro adesivo? Alle urla di meraviglia e alla candida gioia dei bambini si oppone il finto gradimento degli adulti, in particolare degli uomini che, fateci caso, hanno da aprire il minor numero di pacchi, ricevono doni dal minor valore e, cosa peggiore, con una ripetitività che negli anni diventa logorante: “sempre ‘o stesso culore d’a cravatta” (che non posso riciclare se già non piacciono a me, figurati agli altri) o “sempre ‘o portamonete” (con tutti quelli che ho potrei raccogliere le offerte da far invidia al Tesoro di san Gennaro).
Dopo la notte agitata, trascorsa tra cucina, dove si prepara il tris “acqua-limone-bicarbonato” nella speranza di digerire, e il bagno dove si spera, invano, di liberarsi di tutti i peccati, arriva il Natale con il rinnovo di auguri, sinceri finti o forzati, che dal vivo o via telefono “ufficializzano” quelli fatti fin da settembre via facebook o whatsapp e che sono foto o filmati, sempre quelli anche recuperati dalle precedenti annate, che tutti gli amici dei social network si passano tra loro. Perché non c’è più nessuno che sa scrivere un messaggio di auguri con parole proprie e che nascono dal cuore, mentre ci si accontenterebbe anche di quelli nati dalla mente? Già: il cervello è sempre impegnato per andare a scoprire nuovi post, commenti e MI PIACE. A proposito: anche quando un parente ha ricordato su un social che questo Natale non vedrà la partecipazione di don Ciro Russo, sono stati cliccati 224 MI PIACE !!! Perché non è stato progettato il pulsante NON MI PIACE?
Il pranzo di Natale è una fotocopia della cena della vigilia: con l’unica differenza del brodino al posto dello spaghetto “perché bisogna stare leggeri”, vengono ripuliti tutti i piatti e il pentolame stracolmo di avanzi del giorno prima e si chiude con voracità da bidone aspiratutto, ingurgitando struffoli, roccocò, mustacciuoli, ‘ncartellate, pasta reale e cassatine, panettone e l’intrusa pastiera pasquale che ormai si infila in ogni festa …
Il periodo di auto-cilicio-calorico continua col Santo Stefano, che definisco il giorno del tuffo dalla scogliera alta 500 metri di “magnitudine”, ovvero del pranzo a base di pasta al forno o cannelloni col ragù, “pecché ‘a lasagna se fa sulo a Carnevale”. Ma perché? Una bella lasagna non si può fare in occasione di un compleanno o di un’altra festa comandata? E se io, tra un Carnevale e l’altro, lascio questa valle di lacrime, devo andare di fronte al Padre Eterno senza un’estrema unzione al sugo di ragù e polpettine?. Segue, in genere, il capretto con le patate, l’orata al forno e tutte le rimanenze dei giorni precedenti … fino ad arrivare allo stato di coma alimentare che subisce un’altra batosta la sera a cena quando, oltre alle varie portate e all’azzeramento dell’insalata di rinforzo, c’è da metter mano al cesto della frutta tradizionale noci, nocciole, mandorle, pistacchi, castagne del “prete”, datteri, che fanno da imbottitura ai fichi secchi. Ma perché questo tipo di frutta gustosissimo non deve far parte dei menù nel corso dell’anno? Se è secca non ha scadenza: perché ingurgitarla nell’ingorgo di fine anno, quando i sapori si mescolano e non hanno più … sapore?.
L’abbuffata: questo rito tribale, triviale e triglicerico, si ripete per giorni e giorni e, in fotocopia, all’ultimo dell’Anno e a Capodanno, quando, nella speranza che il Nuovo Anno sia migliore del precedente, facciamo tutto il possibile per rimpinzarci in modo da aiutarlo a essere come il precedente, anzi con qualche abito nuovo di qualche taglia in più …
La resurrezione culinaria avviene il giorno dell’Epifania che tutte le feste porta via, ma qualche panettone, cassatina e roccocò li lascia sempre, anche per fare compagnia ai dolcetti che vengono tirati fuori dalle calze in cui bimbi tremanti infilano mani e testa uscendone con occhi lucidi quando vedono il carbone e tutti stanno a spiegare che pure quello è dolce (altre kcal da incamerare …). In verità, ci sarà una coda il 17 gennaio, sant’Antonio Abate, quando per far arrivare ai falò tradizionali il materiale residuo, vengono smantellati presepi e alberi: glucosio, colesterolo, pressione possono rinvigorirsi con l’assalto agli addobbi di cioccolata che vengono tolti dall’Albero di Natale, ormai ridotto a tronco rinsecchito, con buona pace dei familiari ambientalisti di cui sopra che speravano in una ripiantumazione in cortile …
Grazie, Alfred, troppo buono.
Ma che bella chiacchierata! Entro solo ora a leggerVi perchè sono stato un tantino impegnato con tutte le cose che non possono essere rimandate e per le quali occorre impiegare molto tempo e molte energie. Sono d’accordo con tutti quanti, per un motivo o per l’altro ognuno degli amici che ha scritto ha detto delle cose condivisibili. Certo la festa del Natale rischia di diventare una grande operazione commerciale e questo non è quello che in cuor suo ognuno di noi vuole. Il fatto è che siamo immersi in un mondo di pubblicità, di frenesia, di occasioni per fare spendere soldi e non ci si concentra sul motivo originale del S.Natale. Infatti è quella S puntata che dovrebbe orientare i nostri pensieri e non le luci, i colori e i regali. Devo dire che da parte mia, cantando in un Coro che da quasi 30 anni svolge il servizio della Messa di Natività, quella che inizia alle 23 della vigilia con la Veglia e che termina quasi alla una del 25/12, mettendoci dentro anche gli auguri che ci si scambia e il piccolo rinfresco con spumante, panettone e pandoro. Ma è anche bello traslocare in terra straniera, come ha fatto Frank quest’anno, mantenendo unita la famiglia, in modo da ottemperare alla tradizione del “Natale con i tuoi ….”. Poi, credo che gli addobbi a casa li facciamo tutti, ma proprio tutti, chi più elaborati, chi più semplici, tutti ci facciamo prendere la mano da questa caratteristica importante della nostra cultura e tradizione religiosa, ancora di più ora che qualcuno vorrebbe più laicismo, io non sono d’accordo su questo. Comunque concludo col dire che il racconto di Frank è stato come sempre piacevole, ironico, tenero nel ricordare le cose belle dei tempi passati, molto natalizio specie per quanto riguarda il dovere di fare delle grandi abbuffate.
Caro Franco, sempre piacevole leggere ciò che scrivi ma, mi dispiace, sul contenuto non sono d’accordo. Non è il Natale che non funziona ma sono le persone che si perdono nelle cose totalmente superficiali. Le abbuffate (io mai fatte) i giri infiniti nei negozi (io mai fatti),, certo rendono questa festa insopportabile.
Ma basta invece vivere solo quello che ti piace….e tutto prende un altro sapore.
Il mio pomeriggio con mio figlio e la sua ragazza a fare albero e presepe…bellissimo
I pacchetti regalo (lenticchie e tisana o caffè) comperati all’Associazione con cui collaboro e che lavora per l’Africa, Natale passato da Nicoletta tutti insieme mangiando sì ma poco più che normale….
Non ci vuole poi molto a rendere le Feste piacevoli basta viverle con le persone a cui vogliamo bene, in tranquillità, senza abbuffate per non dover poi dire….menomale che sono finite….o per non dover scappare all’estero.
Perchè era così bello Ponte Vecchio a Firenze con luci, quadri figure proiettate con la musica….
Buon Anno
Ah ah ah …
Tutto vero e divertente, con un tono di enfasi, quello che hai scritto, in particolare nella tradizione napoletana, Non hai però chiarito le tue fughe natalizie all’estero, ma anche quelle sono ormai entrate nella tradizione e non ci rinunci. Come vedi la tradizione è sovrana in questo periodo. A noi è comunque mancata la visita al presepe “Gentile” e il video natalizio di Mauro …. ma siamo ancora speranzosi… “…e che è …che o’ presep e o video sanna fa solo a Natale?????”
via mail, Anna Mancini: Tenere le foto dei piccoli Luana e Mau. …
Troppo carini. ..
E mi induci, Carlo, a peccare d’invidia!!!
Sei straordinario!!!
Il sarcasmo e l’occhio critico che metti nelle tue osservazioni mi ha messo di buon umore e mi ha strappato più di una risatina.
Non essendo bravo come te non posso fare altro che ringraziarti e salutarti calorosamente davanti ad una minestra maritata.
Grazie e ciao
via mail da Peppino Imperiali: Ciao, Francesco. La tua vena di scrittore è sempre molto viva. Comunque traspare una certa nostalgia per la preparazione del presepe…
Molto simpatica. Lunghetto il racconto, ma molto veritiero.
da Facebook, MI PIACE: Anna Cavallina, Ilenia Guglielmucci, Mirka, Carmela Gallotti, Rosaria Ippolito, Massimo Cavuoto, Angela, Mauro, Adele Casartelli, Valeria Galbusera, Nicoletta de Vita
Max, sai bene che seguo e commento i tuoi post e ho apprezzato i tuoi auguri come sai che quando si scrive in maniera piu’ o meno comica un po’ bisogna esagerare … Certo avrei dovuto scrivere: quasi tutti. A Siviglia e in genere in Spagna sono molto cattolici e Natale e’ festeggiato molto. Ovviamente noi ci siamo cibati dai menu e lontano dalla tradizione napoletana. Ora posso scriverlo: SIC !!!
da Facebook, Massimo Cavuoto:
..straordinariamente simpatica e coinvolgente. Per quel poco che mi conosci, già sai che la penso come te, ma non ho la compagnia giusta per mandare tutti al nostro Paese e volare via.. però.. ma a Siviglia non c’era il Natale? Va be’, mi risponderai che non avete dovuto imbandire le tradizionali tavolate ammazza fegato (a proposito.. io ho rimediato i calcoli renali.. bella novità di inizio 2016.. e poi (parlo da egoist).. mi hai fatto un torto dicendo che: “nessuno fa più gli auguri di proprio pugno”.. ed io che t’ho fatto “addirittura” una filastrocca chissono? Nessuno? (o Ulisse, mi sembra..) Emoticon smile