In questi giorni si parla molto di liberalizzare le farmacie. La mia impressione è che questo provvedimento sia già in vigore e per il motivo che espongo. Mi sono recato con ricetta medica in una farmacia e mi è stata posta correttamente la domanda per sapere se volevo il prodotto originale o il generico: nel primo caso avrei dovuto pagare otto euro a confezione, nel secondo quattro euro a confezione. Non convinto, ho rifiutato l’acquisto e mi sono recato in un’altra farmacia dove per il prodotto originale mi è stata chiesta la stessa cifra di otto euro, mentre il generico era GRATUITO. A questo punto dico che è giusta ogni liberalizzazione, se il Cliente può conoscere il prezzo e decidere, ma nel caso delle farmacie, dove i prezzi non sono esposti, perché io Cliente devo essere messo in condizione di fare discussioni oppure subire l’umiliazione di dire che il prezzo non sembra equo e andar via in presenza di qualche vicino o conoscente?
Cosa ne pensate? Avete avuto esperienze simili?
Pubblicata da La Repubblica Milano il 9 feb 2012 col commento di Piero Colaprico nella rubrica Posta Celere: “Grande: i lettori cronisti aumentano, diteci queste cose, ci servono come il pane …”
da Gianni: la liberalizzazione è cominciata quando sono comparse una marea di negozi detti parafarmacie che hanno prezzi esorbitanti e sono poco fraequentate e quindi passive ma il trucco c’è, i proprietari veri sono le farmacie limitrofe che così risparmiano sulle tasse e annullano la concorrenza
da Patrizia: da noi le farmacie le devono APRIRE, non liberalizzare ….. è più di un mese che son chiuse!
da Gianni: più che le farmacie liberalizzate mi interessano quelle aperte, sono a letto con la febbere alta.
E’ ancora poco tutelato il cliente, infatti il prezzo del tiket richiesto dalle farmacie per il farmaco generico (principio attivo) è inspiegabilmente diverso a seconda della farmacia alla quale ti rivolgi. Purtroppo la stessa cosa avviene quasi dappertutto. Pensiamo al fatto di recarsi da un meccanico ad effettuare una manutenzione dell’auto, il prezzo per la stessa operazione sarà certamente diverso per i vari meccanici, così pure per le lavanderie, per i carrozieri, in pratica per tutto. E’ impossibile avere prezzi identici per lo stesso bene, proprio per le caratteristiche del mercato e dei ricarichi che ogni commerciante aggiunge a quanto è il suo costo del prodotto o servizio. Se non lo pretendiamo dal supermercato perchè oramai sappiamo che i costi per lo stesso preciso prodotto sono diversi, forse non dobbiamo stupirci più di tanto che le farmacie non siano allineate ad un comportamento ineccepibile. Dirò di più, lo stesso prodotto da banco come il dentifricio, lo spazzolino, il filo interdentale o gli zoccoli costano molto di più in farmacia che nei supermercati o negozi, quindi anche in questo caso dobbiamo scegliere il farmacista più onesto, come il meccanico, il formaggiaio, il salumiere e così via.
Concordo su tutto, figurati se non sono contento di poter scegliere. Forse non mi sono spiegato bene: il problema è che se io non avessi chiesto, non essendoci la possibilità di vedere i prezzi come al supermercato, si corre il rischio di pagare molto di più …
Mike: non ho mai fatto esperienze analoghe …
Non capisco quale sia l’umiliazione di non accettare un prezzo se si ha la sensazione che non sia quello giusto. Non esistono i prezzi stabiliti per volontà divina. Nel libero mercato il prezzo è il risultato di una libera contrattazione, quando possibile. La norma di far inserire il generico dal medico è invece una delle poche cose buone di questa blanda liberalizzazione. Sono poche le farmacie che ti offrono liberamente il generico: ci guadagnano di meno. Quindi ben venga la norma in questione. Nessuna umiliazione se, acquistando qualcosa, la si rifiuta perché non convinti del prezzo. Occorre abituarsi a controllare tutto, anche il conto al ristorante: mi è capitato di trovare ristoratori che sbagliano le somme, ma mi è capitato anche di trovare farmacie che raddoppiano il ticket sulle medicine. Controllare quello che si spende è un diritto/dovere da esercitare sempre, senza alcuna remora di fare brutte figure. La figura del ‘fesso’ la fa chi non controlla e non esercita un proprio diritto in nome di un falso pudore