Made in Italy: le rinunce.

La storia degli agrumi che compro al supermercato, provenienti da Sudafrica, Argentina, ecc, quando in Italia producevano arance e limoni stupendi, mi fa pensare al problema attuale del gas che per noi italiani è come la scoperta, ironia della sorte, dell’acqua calda. Si stima che nel sottosuolo italiano siano presenti circa 1,5-1,8 miliardi di barili di petrolio e 350 miliardi di metri cubi di gas naturale. Le stime del MISE riferite al 2021 parlano di 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale estratto, a fronte di un consumo complessivo di 76,1 miliardi di metri cubi (2021): per questo motivo la risorsa gas viene largamente importata dall’estero. In realtà non è sempre stato così: a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 la produzione nazionale raggiunse picchi attorno ai 20 miliardi annui, cioè circa 6 volte la quantità attuale. In quanti campi di mercato economico abbiamo rinunciato a nostre risorse a favore degli altri?

2 pensieri su “Made in Italy: le rinunce.

  1. Giovanni Venditto, La difesa dell’ambiente si può fare con le tecnologie moderne senza distruggere l’economia di un Paese e la vita umana. In Italia si litiga ancora per i termovalorizzatori e si vive nella monnezza. Non a caso citavo per esempio i limoni: acquistiamo prodotti che arrivano o troppo acerbi o fradici da lontano, mentre in Costiere sorrentina e ligure buttiamo i limoni. Mah

  2. Da G. VENDITTO: Franco ringrazia i pseudo ambientalisti di questo paese che sbraitano se la mattina non si possono fare la doccia perché manca l’acqua calda però poi non vogliono dei classificatori pozzi petroliferi gas via dicendo va bene

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