Miracolo a Milano

Andare a teatro e farsi buon sangue con le risate della brava Teresa Mannino, uscire e trovarsi in san Babila tra strombazzamenti e bandiere rossonere. Entrare in una pizzeria napoletana arredata in rosso e nero, con faretti rossi in intercapedini nere: sono tanti anni che ci vado e non mi aveva dato mai fastidio … Uscire dopo aver gustato la pizza ingoiando bocconi difficili e, per andare al parcheggio,  attraversare piazza Duomo tra botti, cori e sbandieramenti, con accanto la moglie che continua a dire: “Non fare commenti … Per favore non borbottare …”.

Ma … quando son passato in un gruppo che gridava il “Chi non salta interista è .. è … è”, ho ringraziato i miei 120 chili per tenermi ancorato solidamente a terra.

Una serata diventata amara perché la Roma non è riuscita a fare un gol, un cucchiaio di Totti, e rimandare la festa dei cugini, cui abbiamo regalato uno, solo uno, dei nostri meravigliosi e indimenticabili  “tituli” ..

MI pza Duomo 7 maggio 2011 (Foto da Corriere.it)

2 pensieri su “Miracolo a Milano

  1. Caro Frank, questa notte ero di turno in Croce rossa e sovente siamo incappati negli assembramenti dei tifosi milanisti che festeggiavano con eccessiva foga il raggiungimento dello scudetto. Un paio di volte, nel pieno dell’euforia collettiva, abbiamo dovuto chiamare la Centrale Operativa per farci cambiare il codice colore del trasporto in ambulanza da verde a giallo e poter così, con sirene e lampeggianti azionati, ottenere di passare, con indifferente urgenza e dirigerci verso l’ospedale per fare avere le doverose cure a chi, meno fortunato di altri, ne necessitava. Bloccare intenzionalmente il traffico è sinonimo di poca civiltà, a prescindere dai motivi per cui lo si fa.

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