Non se ne può più, è vero. In estate le varie TV, furbescamente e in nome del business, ripetono continuamente non solo le trasmissioni dell’inverno, ma anche fiction, serie e spettacoli. E se potrei assolvere le TV commerciali, non posso farlo con la RAI, emittente pubblica un pago un canone certamente per non comprare ogni anno lo stesso prodotto. Un lavaggio del cervello fatto dei Don Matteo girovago nell’Umbria, Montalbano giovane e maturo, Rex in continua balia di diversi “padroni”, fin dalla prima “stagione” e la stagione estiva si riduce a proposte d’annata, sicuramente di successo ma anche un piatto prelibato mangiato e rimangiato diventa indigesto. Eppure …
Eppure d’estate mi capita in un vuoto mattino di … ridere, si … ridere: un verbo che sto dimenticando giorno dopo giorno, anno dopo anno. A una certa età diventa difficile la “risata”, vivere quello stato di euforia istantanea che come una bomba esplode e in pochi attimi ti porta lontano dai problemi, dagli acciacchi, dalla gente. E stamattina mi è capitato per caso cercando un TG qualsiasi, con le stesse notizie, con le stesse parole e stesse promesse mai mantenute e replicate anno dopo anno: mi son fatto una “risata” spontanea, liberatrice, grassa (il mio peso non c’entra …).
Grazie, allora, alla TV estiva che mi ha regalato la visione di un vecchio film in bianco e nero, storia semplice, battute incredibili fatte di ingenuità, doppi sensi e giochi di parole impensabili … Due supereroi della comicità: Totò e Peppino. “Carpe diem”, no?
Ho “colto l’attimo” e l’ho messo nella valigia dei ricordi.