Pubblicata oggi da QuiArese:
09 aprile 2015 – Trascorsa la Pasqua e le sue tappe mangerecce forzate, inizia la dieta e un po’ di movimento. Iniziano così le osservazioni di fatti e problemi Più o Meno grandi della nostra vita quotidiana. Mi sono recato stamattina alla pista ciclopedonale – cross a nord ovest di Arese, verso l’area ex Alfa Romeo, ora ampio cantiere per il nuovo Centro Commerciale. Tutte queste parole per spiegare dove ero, infatti il sentiero, come tanti altri e come alcuni parchi della nostra Città, non ha un nome e allora bisogna “arrangiarsi”. La mia proposta, come tante, non è mai stata presa in considerazione e la ripeto: perché non scegliere dei nomi per individuare tutti i possibili luoghi di svago aresini? Questa pista è molto bella, ci sono alberi che stanno crescendo, è illuminata per un bel tratto, sicura dalle auto, tra i campi. Qualche osservazione:1) Dall’alto del ponte su viale Luraghi, ho potuto vedere gli avanzamenti dei lavori per lo Shopping Center e ho notato che è stata creata una semirotonda, ancora in fase di costruzione, che risulta, provenendo da Santa Maria Rossa, a curvature strette per le auto e, a maggior ragione, per il passaggio di Tir i cui autisti devono fare veramente molta attenzione nella guida e speriamo non si verifichino problemi (foto A). A lavori finiti suppongo che la strada sarà resa meno pericolosa e incuriosisce sapere come circoleranno le auto che provenendo da Rho o Lainate dovranno entrare verso i negozi.
2) Il parcheggio, completamente attrezzato e inutilizzato da anni, simbolo delle opere italiche mette solo tristezza e rabbia… (Foto B)
3) Riprendendo la camminata, lungo la pista non ci sono cestini e, specie il lunedì mattina, vi si trovano rifiuti di bottiglie di plastica o di involucri di merende e carta, oltre che i soliti bisognini degli amici a quattro zampe. Si capisce che col bel tempo e di domenica gli aresini che vi si recano sono in tanti.
4) Non esistono panchine, fontanelle e men che meno un Wc biologico.
5) Gli incontri sulla pista sono rari nei giorni feriali e in certe ore e molti sono coloro che portano i cani per compagnia. Molti li portano al guinzaglio, tanti li tengono liberi e, spesso, sono più liberi gli amici di taglia più grande che incutono un po’ di timore, specie ai bambini. Senza ritornare sulle Leggi vigenti in materia di guinzagli e museruole, oltre che di igiene perché non tutti raccolgono i lasciti degli inconsapevoli amici animali, vorrei raccontare un episodio a cui ho assistito: una moglie e un marito erano nel campo a raccogliere insalatine. Curiosità: mi sono chiesto se l’insalatina va tagliata per l’asporto o devono essere estirpate con l’aiuto di un coltellino, le radici. In questo caso, che è quello che ho visto fare, penso che la piantina non crescerà più, ma non essendo un esperto non giudico, osservo soltanto. Una ragazza, con auricolare correva tranquilla preceduta dal suo cagnolino libero che prima si è avvicinato abbaiando a me, che l’ho calmato fischiettando, e poi è andato verso la coppia abbaiando più forte. L’uomo ha tentato di allontanarlo a parole, poi a gesti e infine ha minacciato: “Se non vai via, ti taglio la gola!” agitando il coltellino. La moglie ha cercato di calmarlo, gridando che la bestiola voleva solo giocare e mentre scodinzolando il cagnolino ha continuato a correre, i due hanno continuato a litigare tra loro. Una scena a finale simpatico, ma poteva finir male… A questo punto mi chiedo: “E se nel prossimo programma elettorale qualche candidato inserisse un progetto innovativo con la creazione di piste ciclopedonali suddivise in quattro – dico quattro – corsie? Bici nei due sensi, pedoni e… amici a quattro zampe? (Foto C)
6) Ultima osservazione, questa volta statistica e da riflettere: nel mio giro per Arese di circa 10 km, in quasi due ore ho incontrato 32 persone sulle piste ciclopedonali. Ho salutato tutti. Risposte ricevute: tre. Meno del 10 per cento… Perché saluto? Per educazione e per abitudine spontanea presa sui sentieri di montagna, dove è molto frequente incontrare persone e scambiarsi un saluto. Ma dimentico sempre che Arese è in pianura e si fanno, Più o Meno, altri incontri… (Foto D).
Francesco Gentile Questo articolo può essere commentato sulla pagina Facebook di QuiArese
E’ di oggi la notizia della cagnolina Kikka, di Venegono, avvelenata, come troppo spesso sta accadendo in provincia, frutto della follia disumana di qualcuno che non trova di meglio da fare che avvelenare i cani.
Anch’io col cane, tutti i giorni, incontro poche persone nel bosco, molti corrono, altri passeggiano. Li saluto tutti e tutti o quasi mi rispondono. Sono d’accordo però che nel tempo è venuta meno quella cordialità tanto italiana di scambiare due parole anche con persone non conosciute. Una volta lessi da qualche parte che per salutarsi con spontaneità occorre avere un elemento accomunante, quaranta e più anni fa, recandomi in ferie in Calabria, se si incrociava un’auto con a targa della stessa nostra provincia ci si scambiava un saluto, un colpo di clacson, le mani si agitavano per confermare la gioia di aver incontrato dei varesotti (nel mio caso), assolutamente impensabile ora. Sono però convinto che se mi recassi in Cina e li incontrassi un italiano ci scambieremmo un saluto cordiale e sincero, proprio perchè la condivisione della nazionalità in un posto così lontano è ancora una cosa abbastanza rara. Di questo passo, tra una cinquantina d’anni la stessa cosa avverrà quando due terrestri si incontreranno in un bar di Orione. Per quanto riguarda i nostri amici animali, sono convinto che non sia possibile amare il prossimo se non si è in grado di amare anche gli animali, quelli che li maltrattano, che causano loro sofferenze per qualsiasi motivo non sono degni di essere definiti “umani”, sono “disumani”.
da Facebook QuiArese, Stefano Madella:
Io avrei salutato. Buona giornata e grazie per questa fotografia.
da Facebook QuiArese: Stefano Madella, Maria Dilillo, Angela, Beatrice Petrella, Lucia Fossati, Massimiliano Seregni, Stefano Corniani