Sono d’accordo, occorre vietare tassativamente l’uso del flash, ma non l’esecuzione di foto ricordo. Quando serve avere una raccolta completa e professionale chi non acquista le raccolte in vendita sul posto? Sono senza dubbio foto più accurate, perfette, complete e commentate. Le foto che scatta il turista o il visitatore sono solamente un ricordo per documentare di esserci stato, perché negare questa soddisfazione a chi è affascinato dal bello?
da Facebook, MI PIACE: Carmela Gallotti, Angela, Gianni Venditto
via mail da un lettore di La Repubblica: Carissimo Francesco, molto opportuna la tua lettera che forse andrebbe oltre che pubblicata – “girata” a Franceschini, con pretesa di risposta esauriente.In realta’ qualcosa e’ stato pubblicato su Bell’Italia nel 2013 e da quanto ricordo sembra che la liberalizzazione delle foto amatoriali nei Musei fosse gia’ una realta’. Bisognera’ coinvolgere Augias, credo su questo argomento, per dare al problema un respiro piu’ ampio. A Genova in alcune chiese sono stato “aggredito” dal prete perche’ ho ignorato i cartelli dove si dichiarava proibito fotografare. Mentre al limite comprendo tale divieto categorico, perche’ i banchetti in chiesa vendono le cartoline (simonia palese!),cio’ e’ decisamente meno comprensibile per le altre realta’. Nessuna foto altrui potra’ mai eguagliare una mia inquadratura, o una mia personale interpretazione di un soggetto. Senza flash, naturalmente. Ma come ho detto al cortese custode del Museo di Villa Giunigi a Lucca ( dove si puo’ fotografare praticamente tutto) nessuno fotografo si sognerebbe mai di sparare un flash su una tavola del ‘300, con risultati iconografici disastrosi. E oggi le reflex sono cosi’ sofisticate, che consentono “miracoli” al buio ( basta avere un po’ di perizia).Cmq il discorso e’ ampio e molto variegato e sarebbe davvero ora che venisse affrontato con serieta’. Cordiali saluti Alberto Garfagnini Genova
Sono d’accordo, occorre vietare tassativamente l’uso del flash, ma non l’esecuzione di foto ricordo. Quando serve avere una raccolta completa e professionale chi non acquista le raccolte in vendita sul posto? Sono senza dubbio foto più accurate, perfette, complete e commentate. Le foto che scatta il turista o il visitatore sono solamente un ricordo per documentare di esserci stato, perché negare questa soddisfazione a chi è affascinato dal bello?
da Facebook, MI PIACE: Carmela Gallotti, Angela, Gianni Venditto
via mail da un lettore di La Repubblica: Carissimo Francesco, molto opportuna la tua lettera che forse andrebbe oltre che pubblicata – “girata” a Franceschini, con pretesa di risposta esauriente.In realta’ qualcosa e’ stato pubblicato su Bell’Italia nel 2013 e da quanto ricordo sembra che la liberalizzazione delle foto amatoriali nei Musei fosse gia’ una realta’. Bisognera’ coinvolgere Augias, credo su questo argomento, per dare al problema un respiro piu’ ampio. A Genova in alcune chiese sono stato “aggredito” dal prete perche’ ho ignorato i cartelli dove si dichiarava proibito fotografare. Mentre al limite comprendo tale divieto categorico, perche’ i banchetti in chiesa vendono le cartoline (simonia palese!),cio’ e’ decisamente meno comprensibile per le altre realta’. Nessuna foto altrui potra’ mai eguagliare una mia inquadratura, o una mia personale interpretazione di un soggetto. Senza flash, naturalmente. Ma come ho detto al cortese custode del Museo di Villa Giunigi a Lucca ( dove si puo’ fotografare praticamente tutto) nessuno fotografo si sognerebbe mai di sparare un flash su una tavola del ‘300, con risultati iconografici disastrosi. E oggi le reflex sono cosi’ sofisticate, che consentono “miracoli” al buio ( basta avere un po’ di perizia).Cmq il discorso e’ ampio e molto variegato e sarebbe davvero ora che venisse affrontato con serieta’. Cordiali saluti Alberto Garfagnini Genova