Storia non insegna …

03 settembre 2015 - n. 334 - Disegnato a mano al PC.

Nota: Non ho messo la foto del bimbo siriano annegato e trovato sulla spiaggia di Bodrum. Giornali e social ne hanno inserito: io penso che non ci sia bisogno di rivederla più volte perché rimane impressa fin dalla prima volta nella nostra mente e nel cuore …

3 pensieri su “Storia non insegna …

  1. C’è chi si è dovuto trasferire per lavoro già tanti anni fa. Nel mio caso 37 anni fa … Si aprì una porta sulla vita. ho conosciuto centinaia di persone venute a lavorare a Milano e con volontà e passione hanno lavorato pur di sentirsi realizzati e creare famiglia. Non capisco proprio perché oggi non si vogliono più fare sacrifici. Non era secoli fa quando io e mia moglie abbiamo dormito su un materasso poggiato sul pavimento in attesa di comprare dei mobili. Ma questo può non interessare …

  2. chiamare tragedia umana , a pari dignità , la tragedia dei migranti e il trasferimento degli insegnanti mi sembra comico ma questo è l’esempio lampante del tono del dibattito politico in italia. la precarietà del lavoro è qualcosa di umiliante , adesso queste persone, anche se lontano da casa, avranno dignità; potranno aver un finanziamento per l’auto, contrarre un mutuo per la casa e cosi via e non aspettare il papà pensionato che garantisce per loro . Sono d’accordo con franco che quella foto è terribile e che rimane impressa ma una speranza c’è: quei bambini che nei porti, sui piazzali delle stazioni, nei campi profughi continuano a giocare.

  3. via mail da Mike:
    il tuo blog oltre che regalarci molti sorrisi, ci dà anche la possibilità di scambiarci considerazioni/riflessioni su fatti di cronaca quotidiana, sulle tragedie umane (il dramma dei profughi, il trasferimento degli insegnanti forzato con la buona (?) scuola di Renzi, …), sulla ns. politica e soprattutto sulla mala politica, sulle buone ricette di Angela e via dicendo.
    E allora, grazie molte per i mille sorrisi che ci hai regalato e per quelli che, ne sono certo, continuerai a regalarci in futuro.

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