Tre visite e Triennale …

Mattinata grigia e fredda … Milano dormicchia e noi siamo passati prima per “Kali” Mostra dell’Artigianato alla Fiera di Milano City, poche persone, alcuni banchi presenti già visti all’Artigiano in Fiera a Rho, molte cibarie … Siamo poi andati a fare un tuffo nell’arte in Triennale, forse l’ultimo per questo 2014 che ci ha visti spesso ammirare opere più o meno comprensibili a noi, comuni mortali, stuzzicando la nostra curiosità e spirito di osservazione. Due mostre visitate oggi, parallele: la prima dedicata a Gianfranco Baruchello, artista di fama internazionale che dopo esperienze nel mondo delle avanguardie innovative con Baj, Rotella, Schifani … si è dedicato a “giochi” di mixaggio di parole o di fotogrammi, creando libri usando righe di tanti libri o film usando pezzetti di tanti film …  e facendo lo stesso con oggetti, quadri, ecc. Qualcosa che incuriosisce molto perché si evidenzia  “una continua tensione al rovesciamento delle convenzioni codificate e riproposte dai mezzi di comunicazione di massa”  come dicono le sue biografie. un esempio: un insieme di giornali con pagine tutte bianche che poi vengono riempite di parole, parole …

Il secondo, John Latham, nato in Zambia ma inglese di crescita, come Baruchello, fa un’analisi critica delle cose, dell’arte, della scienza, della religione … e sconvolge filosoficamente il tutto. Ad esempio i libri, quasi sempre distrutti, diventano parti di quadri astratti, colorati spesso con spray … oppure servono, insieme al vetro, a creare altri oggetti, tipo una lampada o degli ornamenti …

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