Le mie severe osservazioni di qualche post fa sul Festival di Sanremo restano valide, ammettendo che, riascoltando le canzoni, ne ho apprezzato qualcuna, come quella che ha vinto (Non mi avete fatto niente) e quella postuma di Lucio Dalla e anche il trio di conduttori è cresciuto superando la prima timidezza (la Hunziker non lo è stata mai …). Un “grazie”, però, lo devo regalare a questa manifestazione: mi ha liberato per una settimana, e forse lo farà ancora per qualche giorno, dalle trasmissioni che durante l’anno, in tutti i giorni e a tutte le ore, ci mostrano bla bla bla di politici, storie drammatiche viste come puro spettacolo, spesso senza rispetto e pietà, creando eroi tra assassini o vittime oppure condannando presunti assassini e vittime inconsapevoli. Torneremo a farci illudere da promesse elettorali e a farci propinare, da giornalisti – attori sulle scene del crimine, facce spesso fintamente commosse o dettagli avuti a pagamento. Ecco: il Festival, pur lasciandoci qualche parola che ci potrà far riflettere (la canzone vincitrice inneggia ad aver coraggio contro il terrorismo, il monologo di Favino sull’esclusione sociale …), ci ha fatto un po’ distrarre da questi lavaggi del cervello quotidiani e ne avevamo veramente bisogno e lo conferma il fatto che milioni di italiani si sono rifugiati nella culla di Sanremo … cercando di prender sonno nonostante il tormentone ” Su le mani … Giù le mani” …