La mostra milanese su “Bellotto e Canaletto – Lo stupore e la luce”, visitata ieri alle Gallerie d’Italia, con nostri amici, ci ha attratti dal primo giorno e finalmente ci siamo.. Canaletto: volevamo vedere da vicino molte sue opere, rafforzare la nostra idea, fin da ragazzi, che la pittura è fotografia o che la fotografia è pittura. Dettagli perfetti di paesaggi, palazzi e monumenti offrono la visione che si potrebbe avere da una finestra affacciata sul mare, su una piazza e il suo mercato, su una chiesa. E se la fotografia diventa film, l’emozione è ancora più forte: pennellate delicate che hanno creato la perfetta sincronia di movimenti con la vita di pollami, cagnolini, cavalli e persone singole o cortei lunghissimi con centinaia di personaggi … Canaletto lo avevamo conosciuto attraverso tanti libri e documentari, la conferma di un artista unico. Unico? E qui la nostra scoperta. Bellotto: veramente non lo conoscevamo. Nipote di Canaletto, suo allievo fedele, sua macchina fotocopiatrice per molti anni e tanti quadri con lo stesso soggetto sono anche messi a confronto ed è veramente difficile, come in una Settimana Enigmistica, individuare le differenze. Sembra la stessa mano, stessa leggera pennellata, stessa scelta e miscela di colori … Bravissimo, questo Bellotto! E anche quando ha viaggiato da solo per l’Europa, ha mantenuto lo stile arricchendo i suoi quadri con una perfezione fotografica (i suoi quadri su Varsavia furono usati per la ricostruzione della Città dopo la distruzione della Seconda Guerra Mondiale …). Siamo usciti veramente arricchiti d’immagini e soddisfatti per aver colmato una grossa lacuna culturale …
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